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Vagabondi incostituzionali

Vagabondi incostituzionaliUn mendicante per le strade di Budapest – Reuters

Ungheria Non avere una casa è un reato. Dopo le modifiche alla Carta fondamentale Budapest cambia anche il codice penale. Bruxelles si preoccupa ma non fa nulla

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 6 ottobre 2013

E’ ormai legge in Ungheria il provvedimento che vieta ai senzatetto di occupare piazze o altri luoghi pubblici e che prevede multe o addirittura il carcere per chi disobbedisce. La notizia ha suscitato le immediate proteste dei diretti interessati che si sono riuniti di fronte al palazzo del Parlamento: si è trattato di alcune centinaia di persone che reggevano cartelli con su scritto «siamo poveri, non criminali!». La legge è stata contestata dai verdi e dalle sinistre in generale ma è stata approvata grazie ai voti della maggioranza guidata dal primo ministro Orbán.
Nel mese di marzo l’Assemblea nazionale aveva risposto affermativamente a una serie di emendamenti alla nuova Costituzione entrata in vigore il primo gennaio dell’anno scorso. Tra di essi anche quella riguardante l’inasprimento delle misure nei confronti del vagabondaggio con regole che portano alla criminalizzazione del fenomeno e che, insieme alle altre modifiche costituzionali sono state subito motivo di critica da parte delle principali istituzioni europee.

Europa critica ma impotente

A parere del presidente della Commissione europea José Barroso e del segretario generale del Consiglio d’Europa Thornbjorn Jagland tali iniziative «destano preoccupazione per il rispetto dello stato di diritto, delle leggi dell’Ue e degli standard del Consiglio d’Europa».
A Ginevra, agli inizi di aprile, un gruppo di esperti di diritti umani dell’Onu aveva condannato l’Ungheria per l’emendamento riguardante i senzatetto. Secondo Magdalena Sepulveda «grazie a questo emendamento il parlamento ungherese istituzionalizza la criminalizzazione del vagabondaggio e iscrive nella Costituzione la discriminazione e stigmatizzazione dei senzatetto».
Le critiche internazionali non hanno mai scoraggiato il governo Orbán che ha continuato e continua a portare avanti una politica autoritaria lontana dai principi europei. L’esecutivo rivendica autonomia decisionale e nega che le sue scelte discordino dagli standard indicati dall’Ue. Nel caso della legge appena approvata fa notare di aver provveduto, nell’anno ancora in corso, ad aumentare i punti di accoglienza a beneficio delle persone senza fissa dimora.

Il dibattito su questo tema era già acceso l’anno scorso: il sindaco di Budapest István Tarlos intendeva aumentare il livello di sicurezza e di ordine pubblico e auspicava l’adozione di misure restrittive nei confronti dei senzatetto. Il primo ministro sollecitava quindi una consultazione a livello nazionale per verificare la possibilità di sanzionare l’occupazione illecita delle strade, delle piazze, dei sottopassaggi e di altri luoghi pubblici. Tale possibilità contrastava con quanto sancito dalla Corte Costituzionale – peraltro depotenziata dalla nuova Costituzione – che considerava e considera le regole concepite dal governo in materia di ordine pubblico come una violazione del diritto alla dignità e alla libertà personale dei senzatetto.

Centomila senza fissa dimora

Le organizzazioni della società civile criticano le misure di polizia pensate per i senzatetto e le ritengono tutt’altro che adatte a risolvere un problema estremamente complesso, «un problema sociale che non va risolto con la criminalizzazione ma con mezzi appropriati» secondo l’opposizione che non ha potuto far nulla per impedire l’approvazione della legge.
Secondo recenti stime ci sarebbero in Ungheria circa 100.000 senzatetto, la metà dei quali a Budapest, città di circa 2.000.000 di abitanti.
Alla fine dell’anno scorso, i letti disponibili nei centri di accoglienza della capitale risultavano essere 4.600, un’evidente sproporzione rispetto al fabbisogno esistente. Vi è però da dire che molte persone senza fissa dimora preferiscono non pernottare negli alloggi temporanei dove avverrebbero frequentemente furti e atti di violenza. In definitiva il livello di vita assicurato da queste strutture finanziate dallo stato è ai limiti della sussistenza. Soprattutto se si considera anche il fatto che spesso gli alloggi temporanei non danno ospitalità a persone in stato di ebbrezza. Secondo molti senzatetto, i punti di accoglienza predisposti dalle autorità comunali e dai servizi sociali possono tutt’al più assicurare la sopravvivenza durante i mesi invernali.

E la povertà è in crescita

La questione è molto delicata, diversi abitanti di Budapest condividono le decisioni prese dal governo per motivi di ordine e di igiene e non sono pochi coloro i quali pensano che gli indigenti siano tali per colpa loro. In realtà un numero considerevole di queste persone ha conosciuto i licenziamenti di massa avvenuti con la chiusura di fabbriche considerate non più competitive, non al passo con il sistema di mercato instauratosi nel paese dopo la caduta del regime. Partecipano alla gestione dei problemi derivanti dalla povertà estrema alcune organizzazioni come la Fondazione Menhély e il Soccorso dell’Ordine di Malta che da tempo sono in prima linea nell’assistenza ai senzatetto anche se costrette a operare in una situazione caratterizzata da una certa scarsità di mezzi.
Con la legge appena approvata, insomma, il governo ungherese dà luogo a un giro di vite nei confronti dei cittadini senza fissa dimora e lo fa incurante delle obiezioni internazionali e del dossier negativo sull’Ungheria di Human Rights Watch reso noto a maggio. Secondo Hrw il Fidesz, partito guida del governo, approfitta dal 2010 della schiacciante maggioranza di cui dispone in Parlamento per modificare il quadro legale del paese, indebolire le istituzioni preposte al controllo dell’attività di governo col risultato di infrangere i più fondamentali diritti civili e umani.

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