Vaccini, scorte agli sgoccioli: è allarme per i richiami
La mappa europea dei colori colloca in rosso scuro sette regioni Lazio e Veneto lamentano i ritardi nelle consegne, AstraZeneca ha distribuito un quarto delle dosi promesse
La mappa europea dei colori colloca in rosso scuro sette regioni Lazio e Veneto lamentano i ritardi nelle consegne, AstraZeneca ha distribuito un quarto delle dosi promesse
«C’è una pressione molto forte sulle strutture sanitarie, il numero di morti e contagi non può essere sottovalutato. Mercoledì abbiamo superato 10 milioni di vaccini somministrati in totale, c’è un’accelerazione in corso»: il ministro della Salute Speranza tiene d’occhio la curva e spera nella campagna di immunizzazione per fermare l’onda delle varianti. L’imperativo è spingere sulle inoculazioni, ieri si è toccato il punto più alto: 282.158 dosi effettuate in un giorno. Non basta, la quota fissata è 500mila a fine aprile. Il ministero somma accordi quadro su accordi quadro per aumentare la platea di vaccinatori: questo mese dovrebbero entrare in campo le farmacie mentre i medici di base si lamentano per la mancanza di carburante, cioè i vaccini.
IL COMMISSARIO straordinario Figliuolo, dopo essere stato in Calabria e in Lombardia, ieri era in Sardegna per cercare di migliorare le performance soprattutto negli over 80. «Entro oggi arriveranno in Italia oltre 1,3 milioni di dosi di Astrazeneca – ha spiegato -. Sono già arrivate oltre 500mila dosi di Moderna e mercoledì sono state consegnate oltre un milione di dosi Pfizer». Dal 16 aprile dovrebbe arrivare anche il monodose J&J (ma 15 milioni di dosi sono andate distrutte per un incidente nello stabilimento di Baltimora). Con gli 8 milioni di sieri annunciati da Figliuolo per questo mese si possono vaccinare una media di 266 mila persone al giorno. Ad azzoppare la marcia è Astrazeneca, che ha consegnato un quarto della fornitura prevista.
«Saremmo in grado di triplicare le dosi da dare alle persone – ha chiarito ieri il governatore del Lazio, Zingaretti – però le case farmaceutiche destano grande preoccupazione. Il problema più grande è quello dei richiami. Salire sopra l’85% delle dosi distribuite è un grande rischio». Entro oggi arriva Astrazeneca: «No, arriverà sabato – ha sottolineato l’assessore regionale, D’Amato -. Non dipende da Figliuolo ma dalle case farmaceutiche. Temo che saremo costretti a sospendere le somministrazioni. Attendiamo 122mila dosi, ma devono fare il giro delle Fiandre: vengono imbottigliate in tutta Europa e qui ad Anagni. Prima vanno ad Anversa e poi tornano qui. Tutto questo circolo dura almeno 5 giorni».
NEL LAZIO è stato superato un milione di dosi inoculate pari all’84,5% della fornitura e ai colleghi della Lombardia dicono: «Se ci chiamano possiamo anche dare una mano». Il super consulente del Pirellone, Bertolaso, ieri ha indicato le tappe della campagna vaccinale lombarda: l’obiettivo di almeno una dose a tutti fissato a giugno slitta al 18 luglio ma potrebbe anche scarrocciare a ottobre. Intanto le prenotazioni non si fanno più sulla piattaforma regionale Aria ma su Poste italiane. Tutto liscio ancora non va: l’hub allestito al Museo Leonardo da Vinci di Milano si è fermato ieri e oggi perché non è arrivata la nuova lista di docenti da immunizzare, pur essendoci le fiale. Mentre i sindaci del milanese hanno scritto alla regione per chiedere un’organizzazione migliore e più capillare per raggiungere anziani e fragili. La Lombardia ha ricevuto 1.980.280 dosi e ne ha somministrate l’82,6% (sotto la media italiana dell’84%). In Friuli Venezia Giulia scarseggia il Pfizer, mettendo in crisi la campagna per gli over 80.
IL VENETO ha chiuso gli hub per mancanza di dosi: «Potremmo fare 80mila vaccinazioni al giorno e invece dobbiamo fermarci a 37.276» ha spiegato il governatore Zaia (999.450 dosi ricevute, il 91,6% somministrate). La volontà politica si spingere sulla macchina (in vista delle riaperture estive e per conquistare posizioni in classifica) ha giocato un brutto scherzo a Zaia. Ieri si inaugurava il portale unico per le prenotazioni, un banner avrebbe dovuto avvisare che gli appuntamenti erano rimandati per mancanza di materia prima. L’avviso non è stato inserito e il sito è andato in tilt per le troppe richieste. «Si va in ordine sparso – lamenta l’opposizione in consiglio regionale -. L’Ulss 7 Pedemontana scrive che non sono disponibili posti liberi per la prenotazione. L’Ulss 6 permetteva la sola adesione per i nati dal 1942 al 1951, ma dalle 14. Per tutta la mattinata ieri centinaia di over 70 hanno tentato di entrare, invano, nel sistema».
In Campania si attende una fornitura adeguata alla popolazione: ci sono circa 900mila abitanti in più del Veneto ma sono arrivate quasi le stesse dosi (1.015.915, l’84,8% inoculate). «Fino a una settimana fa – ha ricordato De Luca – avevamo avuto 130mila vaccini in meno rispetto alla popolazione. Finalmente siamo arrivati a una dose per ogni cittadino».
SONO STATI 23.649 i nuovi casi Covid in Italia su 356.085 test, il tasso di positività al 6,6%. Le vittime sono state 501. I ricoverati con sintomi sono 28.949 (meno 231 rispetto a mercoledì), i pazienti in terapia intensiva sono 3.681 (meno 29); in isolamento domiciliare 530.849 persone. La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata la Lombardia (4.483) seguita da Piemonte (2.584), Puglia (2.369), Campania (2.258). La mappa europea dei colori colloca in rosso scuro Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Trento e Bolzano. La Sardegna in arancione. Oggi il monitoraggio dell’Iss assegnerà i colori dalla prossima settimana. Campania e Veneto sperano nell’arancione. La Basilicata potrebbe finire in rosso.
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