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Vaccini «per fragili», al via la nuova campagna

Vaccini «per fragili», al via la nuova campagna – LaPresse

Speranza a Meloni: confrontiamoci, non fermatela. Da lunedì, over 60 e persone a rischio possono prenotare il nuovo booster (bivalente). Gli immunizzanti approvati dall’Ema sono testati su Omicron 1 ma «sono utili anche sul 4 e il 5»

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 10 settembre 2022

Parte da lunedì 12 settembre la campagna vaccinale autunnale anti Covid-19 con gli ultimi preparati approvati dall’Agenzia del farmaco europea (e successivamente da quella italiana) una settimana fa – i vaccini bivalenti di Pfizer e Moderna a mRna – ma la finalità non è più la stessa delle campagne che abbiamo conosciuto finora. «Cambio di paradigma», lo definisce il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza che ha firmato la circolare governativa e che, in conferenza stampa, annuncia di fatto l’inizio dell’era della convivenza con il virus.

Locatelli, Rezza e Magrini in conferenza stampa per il lancio della nuova campagna vaccinale autunnale Foto Ansa

«ALL’INIZIO PENSAVAMO di bloccare completamente l’infezione con i vaccini ma a causa delle varianti emergenti ora cambia il paradigma. Andiamo verso una tipologia di strategia vaccinale che ricorda quella dell’influenza: proteggere le persone a rischio», spiega Rezza. Questo è possibile oggi perché i vaccini originali «hanno salvato la vita di 20 milioni di persone e sono stati un vero trionfo della medicina e della scienza», sottolinea il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli riportando le parole della rivista scientifica New England Journal of Medicine. E in effetti, aggiunge, «malgrado la forte ondata estiva dovuta ad Omicron 5 non c’è stata congestione delle strutture ospedaliere». E anche ieri, nel bollettino settimanale della cabina di regia, si nota la diminuzione del tasso di ospedalizzazione malgrado i valori «ancora elevati dell’incidenza» (sia pure in decrescita) e un lieve aumento dell’Rt (0.92) e delle reinfezioni.

ORA, I NUOVI VACCINI bivalenti approvati da Ema e Aifa (in arrivo 19 milioni di dosi entro settembre) sono studiati sul ceppo originale del virus, quello di Wuhan, e sul ceppo Ba.1, meglio conosciuto come Omicron 1. L’Unione europea infatti ha ritenuto di approvare solo i vaccini che abbiano superato tutte le fasi di sperimentazione, contrariamente a quanto deciso dall’Agenzia statunitense del farmaco, Fda, che ha dato invece il via libera anche ai vaccini anti Omicron 4 e 5, seguendo lo stesso criterio “di previsione” delle campagne vaccinali anti influenzali.

MA, SPIEGA LOCATELLI, «il vaccino bivalente aggiornato contro Ba.1 si è dimostrato in grado di generare una risposta di anticorpi neutralizzanti decisamente significativa anche contro Ba.4 e Ba.5, che sono le varianti oggi dominanti oggi in Italia con il 96% di tutti i ceppi isolati». In ogni caso, sottolinea, «è più importante la tempistica che il vaccino utilizzato». I preparati delle case farmaceutiche Pfizer e Moderna sono stati autorizzati per età dai 12 anni in su, ma la circolare ministeriale prevede che vengano somministrati al momento solo alle persone più a rischio di malattia grave o fatale: over 60, vulnerabili e fragili di ogni età, operatori sanitari, ospiti e operatori delle Rsa, donne gravide.

PER ORA LA CAMPAGNA non prevede il coinvolgimento di tutti gli altri under 60 che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario e che eventualmente richiedano un’altra dose booster, malgrado 40 milioni di dosi del vaccino originario già comperate e stoccate stiano per scadere. Perché? A domanda nessuno risponde. Nicola Magrini, direttore dell’Aifa, spera che possano essere utilizzate da chi ancora non si è sottoposto al ciclo primario; Locatelli si limita a dire che «personalmente» sarebbe «favorevole»; Rezza, che ha firmato la circolare, lascia intendere che la decisione spetterebbe nel caso alle Regioni.

MA TRA UNA MANCIATA di giorni ci sono le elezioni e una decisione di questo genere, sia pure assolutamente auspicabile dal punto di vista sanitario, diventa terreno minato dal punto di vista politico. E infatti non a caso ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha lanciato un appello «a tutte le forze politiche di impegnarsi in maniera chiara, lineare e senza ambiguità sull’idea di continuare questa campagna di vaccinazione, che è patrimonio del Paese, non del Governo o di una parte». La paura che dopo il 26 settembre la campagna di vaccinazione venga bloccata è tanta. E concreta. «Ho chiesto un confronto a Giorgia Meloni sui vaccini. Spesso ha toni che somigliano a quelli delle invettive no-vax, invece è importante che le persone sappiano come stanno le cose – ha aggiunto Speranza su Rainews24 – Rivendico il primato della salute e della ricerca scientifica. Questi due sono gli asset principali del Paese».

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