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Vaccini influenzali, il caos regna sovrano

Vaccini influenzali,  il caos regna sovrano

Lombardia L’Aifa ha bloccato i farmaci già acquistati dalla regione ma i medici non lo sanno

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 28 ottobre 2020

A meno di una settimana dall’arrivo della seconda tranche di vaccini antinfluenzali, Regione Lombardia è di nuovo nel caos. Con una procedura d’urgenza del 4 settembre scorso, Aria – che gestisce gli acquisti del Pirellone – si aggiudica la fornitura di due farmaci non somministrabili in Italia. Parola dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco).

Si tratta dell’Efluelda (della casa farmaceutica Sanofi) e del Fluad Tetra (della Seqirus). Del primo ne vengono ordinate 168mila dosi al prezzo di 25 euro l’una. Del secondo, il lotto prevede un approvvigionamento di 800mila unità. Come spiegato dall’Aifa, entrambi i prodotti avevano sì ricevuto l’Autorizzazione all’immissione in commercio (Aic) – codice assegnato ai prodotti che superano le verifiche scientifiche – ma non il permesso per essere inoculati durante la stagione influenzale 2020/2021 poiché «non hanno presentato in Italia la procedura di aggiornamento della composizione dei ceppi virali, in linea con le raccomandazioni dell’Oms», spiegano dall’Aifa. Il 29 settembre, quindi, in un botta e risposta via mail tra Aria e Sanofi, si stabilisce che il vaccino Efluelda venga sostituito con un farmaco equivalente. Ma il vaccino sostitutivo, il Fluzone High Dose (Sanofi, di importazione statunitense), non ha ancora ottenuto l’ok dall’Aifa.

Parte un’altra richiesta di autorizzazione da parte di Aria all’Agenzia del farmaco che la concede – sotto la responsabilità del medico – il 2 ottobre, con una nota inviata dal proprio Ufficio Qualità dei prodotti. Fin qui potrebbe sembrare solo una «svista in fase di gara d’appalto. E invece, in una mail inviata da Ats ai medici di base l’8 ottobre, una settimana dopo la comunicazione dell’Agenzia del farmaco, si legge che il 2 novembre sarebbe iniziata la somministrazione tra gli over 65 dell’Efluelda (20 dosi per medico richiedente), e tra il 10 e il 18 novembre quella del Fluad, sempre tra i pazienti al di sopra dei 65 anni.

Nessuna comunicazione aggiuntiva ai medici di base fino al 26 ottobre, quando alcuni sanitari della medicina del territorio, ricevono una telefonata con la quale viene annunciata il cambio di rotta: esce Efluelda, entra Fluzone. Telefonata arrivata solo dopo che la consigliera regionale del Pd, Carmela Rozza, anche membro della Commissione Sanità, aveva denunciato il problema con una dichiarazione a mezzo stampa. «La strategia vaccinale della giunta regionale perde un altro pezzo, dopo le dosi già bloccate dall’Aifa», era stato il commento della consigliera. I 100mila vaccini dell’azienda cinese Life on, non avevano infatti ricevuto l’autorizzazione dall’Azienda per il farmaco. Così, il Pirellone si era trovato a poche settimane dall’inizio della campagna vaccinale con una gara d’appalto conclusa (del valore di 1.199 mila euro) e senza i farmaci necessari. Nonostante – allora come oggi – la Regione abbia assicurato che «non c’è stata perdita economica», resta la disorganizzazione della sanità lombarda bloccata tra bandi annullati e ritardi.

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