Giuliano Amato potrebbe essere sentito presto dai pm romani che indagano sulla strage di Ustica. E’ quanto si apprende dalla procura dove per la prossima settimana è stata convocato un vertice per fare il punto sull’inchiesta. In quell’occasione il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Erminio Amelio, quest’ultimo titolare del fascicolo sull’aereo precipitato la sera del 27 giugno 1980, decideranno anche se convocare l’ex presidente del consiglio che però ha già detto più volte di non avere informazioni nuove che possano essere utili ai magistrati.

L’intervista a «Repubblica» in cui Amato ha rilanciato l’ipotesi che ad abbattere il Dc9 Itavia sia stato un missile sparato da un aereo francese, ha comunque il merito di aver riacceso i riflettori su un’inchiesta che sembrava ormai destinata all’archiviazione.

L’appello a parlare rivolto da Amato a chi ha notizie che potrebbero portare alla verità è stato condiviso dalla presidente dell’Associazione parenti vittime della strage di Ustica Daria Bonfietti, che ha anche chiesto un incontro alla premier Giorgia Meloni: «Così – ha spiegato – parliamo meglio e vediamo di capire l’ordine di grandezza dei problemi correttamente con le carte in mano, con le attività e con le azioni che ogni organo dello Stato può fare in questo momento».
«Amato – ha proseguito Bonfietti – dice insieme a noi che siamo stanchi di aspettare. Sono passati 43 anni e abbiamo delle dichiarazioni importanti che se la magistratura non riesce a darci la fine delle indagini, ci vada la politica a chiedere conto ai Paesi amici ed alleati. Stiamo parlando di Francia, ma io parlo anche di America, di Inghilterra, di Belgio, che la Nato ci ha detto essere presenti quella notte nei nostri cieli».

Ieri intanto i sostenitori della tesi della bomba a bordo del Dc9 hanno tenuto una conferenza stampa al Senato indetta dal forzista Maurizio Gasparri che, pur senza nominarlo, ha attaccato il giornalista Andrea Purgatori. «Qualcuno ci ha fatto una fortuna, lo dico con rispetto, sui muri di gomma e quant’altro – ha detto Gasparri -. Ma erano muri di cartone quelli eretti da chi denunciava i muri di gomma».