Uno sciopero che ha visto circa un milione di lavoratrici e lavoratori incrociare le braccia, con punte dell’80% nei trasporti, e decine di migliaia di partecipanti riempire le tante piazze organizzate da Usb.

«Mentre risuonava assordante il silenzio complice di Cgil Cisl Uil – denuncia la confederazione dei Cobas – cortei hanno attraversato Roma, con circa mille partecipanti e la conclusione sotto la sede di Confindustria per denunciare la strage dei morti sul lavoro e chiedere l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro; Milano ove si sono verificati alcuni momenti di tensione, Napoli, Palermo, oltre alle decine di presidi nelle altre città e le iniziative dei portuali a Genova e Livorno».

«Un grido si è levato da tutte le piazze: abbassate le armi e alzate i salari, 300 euro netti di aumento in busta paga! Con lo sciopero di oggi finalmente – afferma Usb – si è palesata l’opposizione al governo Meloni e il mondo del lavoro ha ripreso parola e protagonismo sintonizzandosi con quel ciclo di lotte che sta già attraversando altri paesi d’Europa. Il prossimo passaggio rilanciato da tutti gli interventi della giornata di oggi è la manifestazione nazionale del 24 giugno per sedimentare e rafforzare l’opposizione a un governo che fa della diseguaglianza e dell’ingiustizia sociale la cifra della sua azione politica», conclude il sindacato.

Un centinaio di braccianti migranti del cosiddetto insediamento informale di Torretta Antonacci, nel Foggiano, hanno partecipato allo sciopero Usb dando vita a un’occupazione delle terre. I braccianti con un trattore, zappe e altri attrezzi da lavoro hanno ripulito e arato la particella 134 del foglio 144 nel comune di San Severo, di proprietà dell’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia, di cui i lavoratori rivendicano l’autogestione per valorizzare la terra e garantirsi un lavoro fuori e contro lo sfruttamento e il caporalato.