Internazionale

L’allarme al Qaeda svia dal caso Snowden

Gli Usa prolungano chiusura ambasciate fino al 10 agosto Gli Usa hanno prolungato la chiusura di 19 basi diplomatiche nel mondo: a seguito «della più grave minaccia terroristica degli ultimi anni» da parte di al Qaeda. Altre tre rappresentanze […]

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 6 agosto 2013

Gli Usa hanno prolungato la chiusura di 19 basi diplomatiche nel mondo: a seguito «della più grave minaccia terroristica degli ultimi anni» da parte di al Qaeda. Altre tre rappresentanze diplomatiche, invece, hanno riaperto oggi. Informazioni – sostiene il Pentagono – ottenute da intercettazioni dei servizi di intelligence. La Nacional Security Agency (Nsa) avrebbe intercettato messaggi di posta elettronica tra importanti quadri dell’organizzazione islamica radicale, che discutevano di attacchi contro gli interessi nordamericani in Medioriente, in Sudafrica e nella «penisola araba». Un allarme quanto mai puntuale in un momento in cui i vertici dell’intelligence sono nell’occhio del ciclone per la pervasività dei controlli effettuati senza copertura legale. Il Datagate – il gigantesco scandalo di intercettazioni portato in luce dall’ex consulente Cia Edward Snowden, che ha ottenuto asilo temporaneo in Russia – ha evidenziato responsabilità e coperture a tutti i livelli. Chi controllava i controllori? La Fisa Court, la Corte federale creata nel ’78, avrebbe inizialmente dovuto supervisionare le inchieste relative a eventuali spie straniere negli Usa. Nel corso degli anni, le sue prerogative si sono però ampliate, allargando a dismisura anche i poteri della Nsa. Snowden ha rivelato che la Fisa ha ordinato alla compagnia Verizon di fornire alla Nsa le registrazioni di tutte le chiamate, in entrata e in uscita dal paese. Una prassi messa in atto anche da altri gestori. La Nsa ha sostenuto che le intercettazioni hanno sventato pericolosi attentati.
Snowden ha però mostrato che, in base a programmi segreti – non solo il Prism ma soprattutto l’Xkeyscore – La Nsa ha spiato senza autorizzazione anche i metadati dei privati. E, sebbene la Camera dei rappresentanti abbia bocciato con uno stretto margine la proposta di ridurre l’ampiezza dei controlli, i legislatori dei due schieramenti politici, sia democratici che repubblicani, stanno lavorando a progetti di legge per limitare la raccolta indiscriminata dei dati. Intanto, in diverse città nordamericane, si sono svolte manifestazioni di protesta: «Siamo disposti a condividere gli anni di galera di Manning», dicevano i cartelli riferendosi al soldato che ha rivelato il Cablogate e che rischia oltre 100 anni di carcere.

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