Usa in ordine sparso: i dem chiudono, i rep minacciano chi non riapre
Stati uniti New York vuole attendere mesi, la California si tiene la didattica a distanza anche per l'autunno. Intanto in South Dakota la governatrice repubblicana invia un ultimatum alle tribù indiane che hanno chiuso i loro territori al passaggio
Stati uniti New York vuole attendere mesi, la California si tiene la didattica a distanza anche per l'autunno. Intanto in South Dakota la governatrice repubblicana invia un ultimatum alle tribù indiane che hanno chiuso i loro territori al passaggio
Il Dipartimento del Lavoro Usa ha diffuso i dati sull’occupazione riguardanti la scorsa settimana, riportando altre 2.981.000 richieste di sussidi di disoccupazione, facendo salire la cifra totale a oltre 36 milioni di nuovi disoccupati.
Il consulente economico della Casa Bianca Kevin Hassett ha commentato la notizia definendola «buona»: «Sta andando meglio del previsto, l’economia sta reagendo perché le persone stanno iniziando a tornare al lavoro». Quello del ritorno al lavoro è il chiodo fisso dell’amministrazione Trump, da attuare indipendentemente dalla modalità. The Donald ha definito «non una risposta accettabile» le affermazioni del virologo Anthony Fauci, a capo della task force, nell’udienza al Senato sul ritardare la riapertura degli Stati a quando ci saranno condizioni di sicurezza e posticipare la riapertura delle scuole a dopo l’autunno.
Questa spinta a non tenere conto del consiglio di Fauci non è stato raccolta dagli Stati che al momento stanno reagendo meglio all’emergenza. In California a settembre l’università pubblica terrà ancora solo attività online e a New York il sindaco De Blasio ha affermato che prima di riaprire la città passeranno mesi e di volere implementare il medicare for all, l’assistenza sanitaria pubblica.
Le cose vanno diversamente negli Stati rep: la Corte suprema del Wisconsin ha bocciato la richiesta di estensione del lockdown da parte del governatore, preoccupato per i numeri in crescita dei casi di Covid-19. In South Dakota due tribù di nativi americani stanno limitando l’ingresso nel loro territorio per prevenire un’emergenza più grave, ma la governatrice repubblicana Kristi Noem ha dichiarato: «Se i checkpoint non verranno rimossi entro le prossime 48 ore, lo Stato intraprenderà le azioni legali necessarie».
La lotta continua al Congresso dove ha testimoniato il dottor Rick Bright, ex capo dell’autorità biomedica per la ricerca e lo sviluppo avanzato, rimosso dalla carica dopo essere stato critico nei confronti della risposta al Covid di Trump e aver bocciato l’uso dell’idrossiclorochina come trattamento per il coronavirus.
Durante la deposizione Bright ha detto di aver cercato di avvertire i suoi superiori già a gennaio riguardo le carenze di forniture mediche, ma che la sua «urgenza è stata respinta e la carenza di mascherine ha causato perdite di vite umane». Bright ha sottolineato la mancanza di un piano strutturato. E aggiunto che se gli Usa non prenderanno misure serie dovranno affrontare «l’inverno più buio della storia moderna».
Durante l’audizione si è vista la replica della reazione repubblicana sotto impeachment: i rep hanno cercato di screditarlo in aula mentre Trump lo faceva su Twitter; i democratici ne hanno lodato il coraggio.
«La finestra si sta chiudendo, non abbiamo un piano centralizzato e coordinato per portare la nostra nazione attraverso la risposta – ha detto Bright – Non dimenticherò mai le e-mail che ho ricevuto da Mike Bowen (che gestisce il principale fornitore di maschere chirurgiche nel Paese) riguardo la nostra fornitura di mascherine N-95. Mi scrisse: Siamo nella merda profonda».
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