Usa, il virus colpisce gli ispanici
Virus di classe Tante ore di lavoro e pochissimi diritti garantiti per una larga fetta della popolazione di origine ispanica. In Iowa, Oregon e Washington le comunità più colpite
Virus di classe Tante ore di lavoro e pochissimi diritti garantiti per una larga fetta della popolazione di origine ispanica. In Iowa, Oregon e Washington le comunità più colpite
La pandemia di coronavirus negli Stati uniti sta colpendo con particolare forza le comunità ispaniche più recenti e meno consolidate, come quelle in Oregon, Iowa e Washington State.
In Iowa, ad esempio, gli ispanici rappresentano il 6% della popolazione ma oltre il 20% dei casi di coronavirus segnalati. Le ragioni sono simili a quelle della percentuale maggiore di contagi tra gli afroamericani: sociali ed economiche.
Gli esperti di sanità pubblica affermano che gli ispanici possono essere più vulnerabili al virus in quanto molti hanno impieghi a salario basso che richiedono loro di lavorare anche durante la pandemia, interagendo con il pubblico e usando i mezzi di trasporto. Un gran parte di questa fetta di popolazione, inoltre, non ha accesso all’assistenza sanitaria, il che contribuisce a tassi più elevati di diabete e altre condizioni che possono peggiorare le infezioni di Covid-19.
L’Oregon, il mese scorso, ha ampliato i criteri di test per dare la priorità agli ispanici e ad altre minoranze, di monitorare il proprio stato di salute rispetto alla pandemia, citando proprio il rischio più elevato rappresentato dal virus a causa di «disuguaglianze sociali e sanitarie di lunga durata».
I pazienti ispanici, molti dei quali immigrati, aiutano a produrre alcuni dei principali pinot nero dello Stato, a mantenere il vasto quartier generale della Nike e a piantare bacche, nocciole e alberi di Natale nella valle di Willamette. Altri sono lavoratori stagionali che dovrebbero iniziare ad arrivare a migliaia entro la fine del mese per occuparsi del raccolto.
Vivono in spazi ristretti, spesso più famiglie condividono la stessa casa, altre volte più lavoratori agricoli sono accalcati in uno stanzone, in stile caserma, dove le distanze sociali e l’autoisolamento sono impossibili.
Se i lavoratori sono illegali non possono accedere al sussidio di disoccupazione, il che può costringerli a lavorare anche quando non si sentono bene, facilitando così la diffusione del virus.
L’agenzia statale dell’Oregon, suscitando le proteste dei proprietari, ha ordinato ai datori di lavoro di non mischiare le famiglie e di riconfigurare le abitazioni dei lavoratori per eliminare i letti a castello mettendo almeno due metri di spazio, o una barriera impermeabile tra i lavoratori. I coltivatori sono inoltre tenuti a imporre almeno due metri di separazione durante il lavoro, le pause e i pasti.
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