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Usa e fashion, cubani perplessi

Usa e fashion, cubani perplessiL'arrivo della nace da crociera americana a Cuba – Lapresse

Cuba La location, tra edifici coloniali restaurati con palazzi piuttosto fatiscenti, era off limits per i curiosi

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 4 maggio 2016

Col gran pavese illuminato che si rifletteva nelle acque del porto e la prua che si sporgeva fin quasi sopra l’Avenida del puerto, la nave statunitense da crociera Adonia ha contribuito lunedì sera alle mille luci che, ormai da qualche tempo, accendono la notte dell’Avana. Approfittando del fresco della sera, qualche centinaio di persone è rimasto fino quasi a mezzanotte, naso all’aria e immancabile cellulare per una foto o un video, ad ammirare la prima nave da crociera proveniente dall’altra parte del Golfo della Florida. Un paio di poliziotti guardavano stancamente la scena.

Ben diverso era stato, la mattina, l’arrivo e l’attracco al terminal Sierra Maestra della nave che portava i primi croceristi statunitensi, in tutto poco più di settecento persone. Tutti emozionati e festosi, sia a terra che a bordo. Con vari gruppi di poliziotti che presidiava le transenne poste per contenere la folla e un folto gruppo di giornalisti, specie delle tv, giunti a immortalare l’evento.
Ancor prima che i turisti sbarcassero, centinaia di persone salutavano dal malecón (lungomare) o dalla bella piazza San Francesco di fronte al molo di attracco. Tutti molto festosi e disposti a concedere il loro commento ai microfoni delle tv e ai registratori dei giornalisti. «Anche i cani sono venuti a salutare gli yuma», sorrideva scherzoso un ragazzo, riferendosi a chi ha approfittato dell’evento per portare a passeggio il proprio cane.

La situazione si è fatta più confusa quando è iniziato lo sbarco dei croceristi. Più che i curiosi, premevano i tassisti, promotori di paladar (i ristoranti privati) e caffetterie, guide turistiche di vario genere, assieme alle immancabili habaneras, mulatte agghindate con i coloratissimi vestiti dell’epoca coloniale spagnola che si offrivano alle cineprese nordamericane con sigaro in bocca e fiori nelle mani. I suoni della conga, danza al ritmo di tamburi, organizzata all’interno del terminal per dare il benvenuto ai croceristi è stata il segnale d’avvio che ha dato inizio a un breve braccio di forza tra la folla e la polizia che difendeva le barriere. Una volta passati i nuovi e attesissimi «invasori» è iniziata la conga di risposta degli zanqueros, coloratissimi ballerini arrampicati su trampoli. «Sembra che stiamo ricevendo qualche famigliare» commentava una signora della generazione rivoluzionaria pos 1959. I più emozionati sembravano la ventina di cubano-americani che avevano lasciato l’isola dopo il trionfo della rivoluzione castrista (1959).

Teresita e Marichel Torresillas, due sorelle che avevano abbandonato Cuba in una nave della Croce rossa nel 1963, non nascondevano «l’emozione di poter ritornare in nave e di partecipare alla prima crociera e di condividere questi sentimenti con altri che hanno vissuto la nostra stessa esperienza» . Per poter realizzare questo sogno, però, era stato necessario un braccio di ferro tra la compagnia Carnival, proprietari della più grande flotta di navi da crociera degli Usa, e il governo cubano. Una legge infatti proibisce ai cubani che hanno lasciato l’isola di ritornare per nave. Di fronte alla minaccia della Carnival di cancellare le crociere nell’isola (oltre all’Avana prevedono tappe a Santiago e a Cienfuegos), il governo ha deciso di autorizzare che i cubani possano entrare nell’isola per mare, imponendo però che siano muniti di visto.

L’arrivo dell’Adonia è stato presto messo in secondo piano in attesa del glamour e del vero sfoggio di lusso che si sono svolti ieri sera poco distante dal porto, al famoso Paseo del Prado, un boulevard di circa 300 metri che termina sul malecón e che segna il limite dell’Avana Vieja, la parte coloniale della capitale.

Questa volta i riflettori erano puntati su modelle e modelli di Chanel. Il disegnatore tedesco della famosa Maison francese, Karl Lagerfeld, ha presentato la sua nuova collezione di primavera-estate intitolata «Crucero (crociera) 2016-2017». «La ricchezza culturale e l’apertura al mondo convertono Cuba in una fonte di ispirazione per Chanel». Ha sostenuto un rappresentante della famosa casa di moda. La sfilata, ha annunciato, è ispirata «ai colori dei Caraibi e ai referimenti estetici di Cuba». Riaddobbato per l’occasione, il paseo che sfoggia edifici coloniali restaurati con palazzi piuttosto fatiscenti, era off limits per molti curiosi. Le immagini infatti sono di stretta proprietà della Maison francese.

«Credo che la passerella sia più per Chanel che per Cuba…Non so se la gente qui è pronta per questo tipo di prodotti», ha dichiarato a Idania del Rio, giovane disegnatrice di moda cubana.

La quale si attende, più che un apprezzamento critico, una marea di pettegolezzi su «questi abiti da 40.000 dollari» in un paese dove lo stipendio medio è attorno ai 25 euro al mese.

Aspettativa e curiosità vi era ieri sera per vedere sfilare come modello Tony Castro, diciannovenne nipote di Fidel. Tony junior è figlio di Antonio Castro, uno dei figli di Fidel, presidente dell’associazione del baseball cubano e chiacchierato per uno sfoggio di ricchezza criticato anche dalla potente famiglia.

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