Di solito ciò che accade negli Usa (ahinoi) fa scuola anche dalle nostre parti. Una volta tanto, speriamo: sono cinque le azioni collettive portate avanti da cittadini che intendono trascinare in tribunale l’industria delle acque in bottiglia che non segnala la presenza di microplastiche.

L’accusa di ingannare i consumatori – «le microplastiche non sono presenti in natura» quindi un prodotto che le contiene non può definirsi «naturale» – nello specifico è rivolta alle aziende The Wonderful Co., Bluetriton Brands Inc., Danone Waters of America LLC e CG Roxane LLC.

Le nanoplastiche sono piccolissime particelle capaci di entrare in circolazione nei tessuti dello stomaco e dei polmoni o nella circolazione del sangue, depositando sostanze dannose come bisfenoli, ftalati, metalli pesanti e Pfas.

Secondo uno studio condotto dalle università Columbia e Rutgers, un litro di acqua in bottiglia può contenerne fino a 370 mila particelle. Diciamo che le verifiche si fanno urgenti.