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Uruguay: «Autocoltivala e partecipa»

Uruguay: «Autocoltivala e partecipa»Marijuana in Uruguay – Reuters

Uruguay Su 3,3 milioni di uruguayani, 184.000 consumano erba almeno una volta all'anno. I consumatori abituali sono 18.700

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 4 maggio 2014

«Autoconvocate, autocultivate, sumate!». Autoconvocati, autocoltivala, partecipa. Con questo messaggio il governo uruguayano ha organizzato ieri nella capitale Montevideo la prima Marcia mondiale per la marijuana regolata. Uno slogan che racchiude lo spirito con il quale l’Uruguay – primo paese al mondo – ha condotto in porto la legge per la legalizzazione totale dello spinello.

La normativa è stata approvata il 10 dicembre scorso e prevede tre modi per procurarsi l’erba, debitamente contemplati e rivolti ai consumatori con più di 18 anni: acquistarla nelle farmacie autorizzate dallo stato a meno di 1 dollaro al grammo e per un massimo di 10 grammi a settimana; coltivarla in casa (ma non più di 8 piante ciascuno); iscriversi ai club Membresia, che saranno composti da gruppi di 15-45 persone massimo e potranno coltivare fino a 99 piante. Ogni socio potrà accedere a 480 grammi annuali di cannabis. Non si potranno fumare spinelli sul posto di lavoro, né verranno meno i controlli su chi guida, altrimenti si rischiano le stesse multe previste per chi eccede con l’alcool. Gli spazi in cui sarà possibile rollare canne sono gli stessi previsti per i fumatori abituali.

La legge, che entra in vigore martedì, prevede il consumo di piante totalmente made in Uruguay. «È un cambiamento fondamentale perché riconosce il diritto di migliaia di persone che non facevano male a nessuno eppure avevano problemi con la legge. In questo modo si sottrae un grosso business al narcotraffico», ha dichiarato Federico Marin, coordinatore del Movimiento por la liberacion del Cannabis dell’Uruguay. Ieri, in tutto il mondo, hanno risposto all’appello 300 città, a partire dall’America latina.

Un risultato ottenuto soprattutto grazie all’impegno del presidente José «Pepe» Mujica, l’ex guerrigliero dei Tupamaros portato al governo dalla coalizione Frente Amplio. L’organizzazione non governativa olandese Drugs Peace Institute (Istituto per la pace e le droghe), lo ha proposto al Nobel. Per il presidente della Ong, Frans Bronkhorst, «Mujica è il primo al mondo che ha proposto di farla finita con questa guerra che non serve a niente se non a interessi oscuri».

Una dimostrazione di sovranità nei confronti degli Usa, in linea col nuovo corso dell’America latina progressista. Mujica ha polemizzato con i responsabili del Pentagono e della Dea, e ha definito un inganno le sperimentazioni per la marijuana legale in alcuni stati degli Usa. Il discorso pronunciato al G20 del 2012 in Brasile da Mujica ha declinato con domande semplici l’abc del marxismo, per concludere che «lo sviluppo non può essere contrario alla felicità».

E ieri, in un’intervista all’Ap, ha ripreso alcuni di quei temi rivolgendosi al presidente Obama, che incontrerà il prossimo 12 maggio. L’ex tupamaro che ha conosciuto il carcere duro ai tempi della dittatura, chiederà di affidargli i prigionieri di Guantanamo: ma solo se possono viaggiare come rifugiati – ha detto – perché in Uruguay non torneranno in prigione. Obama è un presidente progressista con le mani e i piedi legati da chi gli impedisce di attuare la sua agenda politica, ha aggiunto Mujica. E a quanti lo accusano di favorire il narcotraffico con questa nuova legge, ha assicurato che a «nessun gerarca del Paraguay» verrà consentito di prosperare vendendo clandestinamente le piante di cannabis a prezzo più basso. Secondo cifre ufficiali, su 3,3 milioni di uruguayani, 184.000 consumano marijuana almeno una volta all’anno. Gli abituali sono invece 18.700, soprattutto giovani.

È giovane anche la maggioranza dei circa 250.000 elettori che potrà votare alle prossime presidenziali del 26 ottobre. Una generazione che ha beneficiato dei piani rivolti all’educazione e allo sviluppo delle nuove tecnologie. Giovani che non sono lettori tradizionali della carta stampata ma che si informano con le reti sociali, a cui il Frente Amplio ha dedicato attenzione.

Secondo un’inchiesta della Cifra, il 60% di questi nuovi votanti potrebbe dare il suo voto al Frente Amplio. Pepe Mujica non potrà più ricandidarsi, ma ha già fatto sapere che appoggia la candidatura del ticket composto da Tabaré Vazquez (ex presidente) e dall’attuale senatrice Constanza Moreira.

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