Uomini sotto il sole e ingiustizie in pieno giorno
Brividi caldi Un percorso fra i film più «bollenti», erotismo, cambiamenti climatici e calore fuori controllo. "Greed" (1924) e "Gli ingannati" (1972) di Eric von Stroheim e Tawfiq Saleh
Brividi caldi Un percorso fra i film più «bollenti», erotismo, cambiamenti climatici e calore fuori controllo. "Greed" (1924) e "Gli ingannati" (1972) di Eric von Stroheim e Tawfiq Saleh
Brividi caldi. Corpi caldi. Con negli occhi il capolavoro d’esordio di Lawrence Kasdan Brivido caldo (1981, in originale Body Heat) e la pelle madida di sudore di Kathleen Turner e William Hurt, la mente va ad altri due film di «accecante» calore. Un finale e un inizio distanti nel tempo della realizzazione, ma non in quello del cinema. Due scene che «si parlano» a distanza di quasi cinquant’anni l’una dall’altra. Nel segno di un sole diventato una palla di fuoco che consuma qualunque cosa lo circondi: terra, aria, esseri viventi, umani e animali, vegetazione. Ecco quindi le divoranti immagini d’avanguardia di Greed (1924) e Gli ingannati (1972).
SONO CORPI destinati a morire, devastati dall’avidità, quelli filmati da Eric von Stroheim che attraversano la Death Valley statunitense, in fuga o inseguiti, perseguitati da quel sole più volte inquadrato a tutto schermo che toglie loro ogni forza, respiro, che spezza la superficie del deserto, che si appiccica sulla loro pelle, su volti che invocano una tregua – che non arriverà – a quel sole che «era un disco di ottone fuso che nuotava nel blu incendiato del cielo».
Sono corpi destinati a morire, devastati dalla disumanità, quelli di palestinesi che attraversano un’altra Death Valley, questa volta mediorientale, filmati da Tawfiq Saleh. Il sole che nell’incipit de Gli ingannati inonda ogni più microscopico lembo di terra sembra «realmente» provenire dall’epilogo di Greed. Un uomo cammina a fatica nel deserto, il caldo lo sfinisce, eppure bisogna (cercare di) proseguire. Ma quel caldo penetra ovunque. E non è che il prologo di quanto accadrà più avanti, la morte per soffocamento dentro una cisterna per quegli – evocando il titolo del romanzo di Ghassan Kanafani da cui il film è tratto – «uomini sotto il sole».
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