Cultura

Uomini e cibo, una lunga avventura che interroga il presente

Uomini e cibo, una lunga avventura che interroga il presente

Indagini In "Uomini, terra, cibo. Il lungo cammino dell'agricoltura" (Castelvecchi) Ernesto Benelli prova a tracciare una storia del rapporto fra l’umanità e il cibo dalle origini, ossia dalla nascita dell’agricoltura, fino ai nostri giorni

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 16 dicembre 2022

In tempi come i nostri, nei quali i discorsi su crisi, cambiamenti climatici, sostenibilità ed ecologia sono all’ordine del giorno, bisogna dare il benvenuto a un libro come quello di Ernesto Benelli: Uomini, terra, cibo. Il lungo cammino dell’agricoltura (Castelvecchi, 336 pp. 29 euro) prova a tracciare una storia del rapporto fra l’umanità e il cibo dalle origini, ossia dalla nascita dell’agricoltura, fino ai nostri giorni.

Non che gli esseri umani non si nutrissero anche prima, con la caccia e la raccolta, ma la nascita di allevamento e agricoltura hanno permesso la selezione e la costruzione di un habitat, rivoluzionando in modo irreversibile il nostro rapporto con la natura. Vero è che, singolarmente, i quadri dipinti da Benelli possiamo già conoscerli, ma letti uno dopo l’altro assumono un senso molto più compiuto: l’uscita dell’homo sapiens dall’Africa, la nascita delle prime coltivazioni in Asia Minore, con i misteri che ancora avvolgono questi esordi, e poi le grandi civiltà fluviali (cinese, indiana, egizia, sumerica), i grandi imperi (un ruolo importante nel libro è conferito a Roma), il Medioevo con la “genesi della civiltà del burro”, come Benelli la chiama, la scoperta del Nuovo Mondo e l’importazione di piante che hanno cambiato il nostro modo di nutrirci, fino alla rivoluzione industriale e alla crisi odierna dovuta alla chimica, nella quale sono state riposte le speranze di poter aumentare la produttività all’infinito, ma contemporaneamente si è devastato il suolo.

Così verso la fine, dopo un lungo percorso nel quale l’autore dibatte della storia dell’agricoltura alla luce di un ottimo aggiornamento, si arriva inevitabilmente al j’accuse contro un modello nato in Occidente e ormai imposto a tutto il mondo con brutalità. Il richiamo alla necessità di ripensare a un intero sistema è significativo e sottoscrivibile, doveroso quanto, purtroppo, inutile, dal momento che la direzione presa è ormai ben altra. Un finale amaro per una bellissima storia che si legge come un’avventura.

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