Visioni

Un’ossessione di nome Skrjabin

Un’ossessione di nome SkrjabinGianluigi Trovesi e Umberto Petrin

Note sparse Scintillante incontro tra Gianluigi Trovesi e Umberto Petrin nell'album «Twelve Colours and Synesthetic Cells»

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 10 maggio 2017

Vaghissimo ritratto (Ecm 2007) fu il primo frutto dell’incontro tra le personalità eclettiche e rigorose di Gianluigi Trovesi ed Umberto Petrin: oggi dialogano ancora in Twelve Colours and Synesthetic Cells. L’album ha una fitta trama di 21 aforistici brani, creati pensando ad Alexandr Skrjabin, cui il Petrin pianista (poeta e cultore d’arte) torna con «magnifica ossessione»: nel 1995 aveva già duettato con Lee Konitz su vari preludi dell’autore russo (Breaths and Whispers).

Cinque brani del nuovo album sono ancora ispirati direttamente a preludi di Skrjabin mentre 16 pezzi, superbamente improvvisati in studio (Trovesi alterna sax alto, clarinetto contralto e piccolo), si rifanno alla nota tabella sinestetica inventata dall’autore russo per evidenziare il legame «suono-colore». Le note distillano suggestioni intense (il danzante «Summer Evening» o il gioioso «Giallo») ed i due jazzisti sfruttano appieno le tessiture armoniche inusuali di Skrjabin che, partito dal tardo-romanticismo, approdò ad un originale atonalismo. Musica imperdibile nell’intreccio di codici sonori.

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