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Università di Bologna, studenti in corteo e la polizia carica ancora

Università di Bologna, studenti in corteo e la polizia carica ancoraBologna, dopo le cariche della polizia il sit-in degli studenti – LaPresse

«Rettore dimettiti», hanno urlato ieri i 600 studenti mentre sfilavano per le strade di Bologna. Un corteo che è arrivato il giorno dopo lo sgombero della biblioteca universitaria di via […]

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 11 febbraio 2017

«Rettore dimettiti», hanno urlato ieri i 600 studenti mentre sfilavano per le strade di Bologna. Un corteo che è arrivato il giorno dopo lo sgombero della biblioteca universitaria di via Zamboni 36, effettuato a spintoni e manganellate dalla polizia in assetto antisommossa. Gli studenti, che annunciano per oggi una nuova manifestazione, sono partiti da Piazza Verdi, cuore della zona universitaria, e in Piazza Verdi sono tornati. Questa volta trovando a cento metri da loro la celere schierata. Il contatto tra le parti ha provocato una violenta carica, con tre manifestanti che sono state travolte dagli agenti, manganellate e portate in questura. Poi l’azione improvvisa di una cinquantina di ragazzi. Armati di libri, chitarra e voglia di cantare si sono messi in mezzo tra gli agenti con scudi e manganelli e i collettivi incordonati. Una mossa che ha colto tutti di sorpresa e ha messo termine a ogni confronto muscolare. «Gli agenti sono persone come noi, vogliamo mostrare a tutti che le cose si possono fare diversamente». «Potremmo essere i loro figli e ci riempiono di manganellate», ha aggiunto un altro studente. Il grosso del corteo ha poi ripreso la sua marcia paralizzando il traffico cittadino e urlando «tout le monde deteste la police».

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«Azioni velleitarie e violente che invocano quasi la repressione per dare un senso alla loro esistenza», ha commentato il sindaco Merola in riferimento agli scontri di giovedì dopo lo sgombero. I vertici dell’Università hanno confermato di aver chiesto alla polizia di intervenire per sgomberare la biblioteca, ma di non aver deciso le modalità dell’azione. «La celere in una biblioteca? Abbiamo perso tutti», ha commentato il prorettore Degli Esposti.

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