Un’etica mondana  che rinnova la saggezza epicurea
Marc Chagall, illustrazione per «Il lupo e l’agnello» di Jean La Fontaine, edizioni Vollard, 1923
Alias Domenica

Un’etica mondana che rinnova la saggezza epicurea

Classici francesi Più che trasparenti insegnamenti di vita, «Le Favole» propongono una lezione di tolleranza alla Montaigne, mentre la loro spietata antropologia della modernità viene da La Rochefoucauld: esce ora da Marsilio una nuova traduzione in versi di Luca Pietromarchi
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 4 febbraio 2018
Sorte infelice, in Italia, quella di La Fontaine: molte delle sue Favole godono di memorabile esemplarità; eppure dell’intera opera, in dodici libri, esistono soltanto due traduzioni ottocentesche: quella fortunata di Emilio De Marchi – del 1886, ancora ristampata in anni recenti (Rizzoli 1980, Einaudi 1995) – e quella dimenticata di Giosafatte Zappi, del 1888. Il capolavoro di uno dei classici del grand siècle francese da noi è un libro letto poco e male: nell’immaginario collettivo si confonde con le sue fonti (Esopo, Fedro, apologhi latini, arabi, umanistico-rinascimentali), o con le sue riscritture, quasi sempre confinate nel limbo della letteratura per...
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