«Ho vissuto abbastanza tra gli uomini per sapere che la solitudine è come un cane rabbioso che abbaia senza sosta nella lunga notte del dolore». Storia d’amore e odio, di tradimento e vendetta, Chigozie Obioma (nato in Nigeria, studente a Cipro e ora residente negli Stati Uniti, finalista per la seconda volta al Man Booker Prize) affronta nel suo secondo romanzo Un’orchestra di piccole voci (Bompiani, pp. 530, euro 24) il dramma intimo e personale della perdita di tutto ciò che un uomo possiede, oltre che di se stesso, elevandolo al livello del mito e facendone un’epopea ancestrale di perdizione...