Non tutta l’archeologia appende la ricerca alle fronde dei salici. A che serve la paleobotanica con la Libia sprofondata nella sabbia? A inseguire con ostinazione il progresso, ancorando lo sviluppo economico alla cultura e alla dignità. Così viene da rispondere dopo aver letto la copertina di febbraio della prestigiosa Nature Plants e aver dialogato con i principali autori dell’articolo: Savino di Lernia, archeologo presso La Sapienza di Roma, e Anna Maria Mercuri, botanica dell’Università di Modena e Reggio Emilia. LA NOTIZIA È LA SCOPERTA della più antica coltivazione di cereali selvatici, datata a diecimila anni fa, nel riparo sotto roccia...