Cultura

Un’analisi poetica delle sofferenze quotidiane di un popolo

Un’analisi poetica delle sofferenze quotidiane di un popolo

Narrativa Il romanzo palestinese «La confusione della cicogna» di Akram Musallam per le Edizioni Q

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 20 dicembre 2023

La confusione della cicogna (Edizioni Q, pp. 126, euro 12,50) fu pubblicata nella lingua araba dello scrittore palestinese Akram Musallam nel 2013 ed ora si apre a lettrici e lettori italiani nella collana Zenit diretta dall’intellettuale palestinese Wasim Dahmash. La traduzione è di Leila Matter, in collaborazione con l’autore. È un libro «gioiello»: un’analisi poetica della distruzione sistematica del suo popolo sotto la spietata occupazione coloniale e militare israeliana. La cicogna è il protagonista Laq Laq, così soprannominato dalla nonna per il corpo alto, sottile, con gli arti lunghi, un naso allungato e anche un lungo collo. Il nomignolo Laq Laq è «un nome diviso in parti uguali, un crimine linguistico. Simile divisione si assocerà alle tante esperienze per lui inquietanti in cui c’è un di qua e un di là. Una barriera divisoria fa entrare Laq Laq in uno stato di ansia e confusione, finché non è sicuro di dove si trovi esattamente. Non ti devi illudere di poter essere libero, devi poter ritrovare la tua gabbia».

Nella prefazione si evoca la scissione, ma è invece un lutto permanente in una esistenza dominata dalle mutilazioni inflitte al suo popolo cui Laq Laq non ha modo di ribellarsi se non con una vitale curiosità, con un’incessante ricerca di attribuzione di senso che aiuti ad elaborare perdite senza senso. Laq Laq non era ritenuto dal nonno adatto alla lotta clandestina e tale sapore di impotenza pervade il racconto, insieme alla delusione per rappresentanti politici non sinceri.

TANTE PICCOLE STORIE, osservazioni, caratteri, sculture attraversano una lettura che, pur essendo piena di tragicità, porta altrove: non al pozzo nero della depressione ma alla meraviglia dell’intelligenza creativa, alla fertilità dell’attribuzione di significato a particolari di valore secolare che modificano il quadro di insieme rendendolo originale, tollerabile, prezioso. Il nonno con il mistero dei sassolini che accompagnerà i vari capitoli, e con un fatto di sangue da decifrare, la satirica sensibilità della nonna, la vicina di casa che legava le sue rituali domande sull’olfatto «senti odore di guerra?», i rimproveri celati della figlia lontana e l’amore per la terra.

LAQ LAQ SI SPOSA in Giordania dove si è potuto recare dopo aver pagato l’amministratore dei permessi «per cancellare un divieto di viaggio di cui non conosceva la causa». Un matrimonio inatteso, una figlia inattesa e Laq Laq decide di tornare in Palestina per le pratiche di trasferimento della famigliola dalla Giordania alla Palestina. Seleziona per la sua inspiegabile economicità il taxi di Iwaj, altro eroe solitario, che lo accompagna al ponte sul Giordano. Iwaj spiega che faceva pagare ai clienti che si accingevano a fare quel viaggio solo il costo della benzina, perché anche lui era un profugo nato dopo la Nakba e non aveva mai visto nessuno tornare da quel passaggio.
A Laq Laq sarà proibito il ritorno per portare la giovane moglie e la piccolissima figlia come si era illuso di poter fare. Non le rivedrà mai più. Elabora il lutto acquistando per la figlia sempre due vestiti uguali: uno glielo manda e l’altro lo appende in un armadio e segue la crescita attraverso le diverse misure dei vestiti indossati che lui non può vedere.

L’ULTIMO CAPITOLO racconta come Laq Laq soffra di eczema al pene fin da ragazzo e la crema prescrittagli non sia più sufficiente. Chiede il permesso di passare la Linea Verde per effettuare diagnosi e biopsie in un ospedale israeliano. L’impiegato «del coordinamento civile» dice che «ci è arrivata la risposta dall’altra parte, la tua domanda è stata respinta per ragioni di sicurezza». E Laq Laq di nuovo non sfugge alla ulteriore barriera, ma commenta «che tempi mai erano questi in cui il suo membro, assolutamente pacifico, avrebbe minacciato la sicurezza di uno Stato munito di duecento membri nucleari».

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