«Un’altra Brandizzo è dietro l’angolo». È la denuncia dell’assemblea nazionale dei lavoratori delle manutenzioni ferroviarie e stradali indetta da Fillea Cgil ieri Caresanablot (Vercelli). La riunione a quasi un anno dalla strage della vicina Brandizzo, dove persero la vita cinque operai impegnati nei lavori di manutenzione dei binari, vittime del sistema del subappalto a cascata – ha posto come obiettivo il lancio di una piattaforma nazionale per l’annosa vertenza delle manutenzioni edili. Dal palco è stato denunciato che «A poco meno di un anno da Brandizzo, così come a pochi mesi dalla strage di Firenze, Bologna, Palermo e con una media di infortuni che non accenna a diminuire, sostanzialmente nulla è cambiato».

Il quadro, alla luce delle decine e decine di miliardi di euro in arrivo tra Pnrr, Fondo Complementare, Risorse Comunitarie e nuovi Accordi di programma FF.SS. e Anas dei prossimi quattro anni, è decisamente preoccupante. A maggior ragione in un contesto nazionale in cui ai lavori pianificati di riqualifica e ammodernamento, non si accompagna una diminuzione in termini di traffico di persone, merci e volumi lungo le stesse reti. Gli anni (e le stragi) più recenti, ci insegnano che è proprio il settore delle manutenzioni quello in cui la dottrina neoliberista e il sistema dei subappalti a cascata trovano terreno fertile. Le conseguenze sono scarsa formazione, attenzione pressoché nulla su salute e sicurezza, eccessivi carichi di lavoro, e una cultura del profitto che premia solo i committenti. D’altronde, come sottolinea il segretario generale della Fillea Alessandro Genovesi «la stessa liberalizzazione dei livelli di subappalto operata dal governo Meloni prima, ed i tentativi di depotenziare le importanti conquiste normative ottenute nella legge delega sul Codice Appalti con il governo Draghi poi, stanno contribuendo a consolidare una cultura dell’irresponsabilità tra i committenti. Scelte gravi in sé, gravissime quando ad attuarle contro il sindacato e i lavoratori sono grandi soggetti pubblici o a partecipazione pubblica».

È un terreno di scontro in cui la patente a punti dei cantieri recentemente approvata dal governo non è sufficiente. Non è abbastanza neanche il ripristino dell’obbligo di applicare i trattamenti economici e normativi stabiliti dai Contratti nazionali firmati dalle organizzazioni più rappresentative a tutti i lavoratori in appalto e subappalto in base alle attività realmente svolte. È per questo che il sindacato rilancia con la proposta di un referendum dedicato all’estensione delle responsabilità ai committenti in caso di danno specifico alla salute del lavoratore operante per essi, in appalto o subappalto che sia; e ancora con la proposta di limitare a un solo livello il possibile subappalto. Rispetto degli orari, rafforzamento del ruolo e potere degli Rlst e dei lavoratori stessi, assunzioni dirette presso la “casa madre” con priorità nelle assunzioni ai lavoratori che per le ditte in appalto o subappalto già svolgono tali lavori. Una piattaforma che rivendica diritti per un paese civile degno di essere chiamato tale.