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Una voce in movimento

Una voce in movimento

Habemus Corpus Valentina Carlile è una dei tre osteopati foniatrici che esistono al mondo, e ha collaborato ai tour di personaggi come Madonna e Lady Gaga

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 12 gennaio 2016

Per Valentina Carlile tutto cominciò per caso nel 2002. «Avevo appena conseguito il titolo di osteopata ed ero negli Usa per uno studio sulle disfunzioni dei ballerini presso il Berklee College of Music di Boston e l’America Ballet, dove seguivo la sezione musical. Assistendo alle prove mi accorsi che gli artisti, secondo i movimenti, producevano suoni diversi. I coreografi mi confermarono che il moto o la postura influiscono sulla laringe. Il principio cardine dell’osteopatia è che ogni parte del corpo può interagire con l’organismo attraverso il movimento. Pensai che se il movimento può influenzare l’emissione vocale, le contrazioni muscolari possono creare problemi alla voce. Intuii che c’era un mondo da esplorare e cominciai a studiare le strutture muscolari che controllano la voce e il canto seguendo un corso alla Columbia University».

Oggi quella branca si chiama osteopatia foniatrica ed è praticata solo da tre terapeuti nel mondo. Una di loro è Valentina Carlile, nata 41 anni fa a Sesto San Giovanni, Milano, studi in farmacia e un lungo percorso di ricerca osteopatica fra Gran Bretagna, Italia e Usa. All’inizio i suoi pazienti erano soprattutto cantanti anche molto famosi. «Non posso fare nomi. Posso solo dire che ho collaborato con tour di Madonna, Michael Jackson, Whitney Huston e Lady Gaga, sono consulente del Live Nation, e lavoro con artisti che provengono dalla Scala o La Fenice».

Visto questo pedigree, chissà che accoglienza ha ricevuto in Italia? «Quando sono tornata qui e ho scritto a varie case discografiche proponendo collaborazioni, non mi hanno nemmeno risposto. È stato il passaparola fra i cantanti ad aprire qualche porta, ma lentamente. Di recente mi ha contattato un cantante italiano famoso che ha saputo di me dalla moglie che aveva partecipato a un evento a New York ». C’est l’Italie.
Nonostante i vizi nazionali del tenere alta la pigrizia e bassa la curiosità, l’agenda di Valentina è sempre più nutrita anche da noi, anche perché l’osteopatia foniatrica cura davvero. «La laringe – continua Valentina Carlile – è un meccanismo complesso costituito da cartilagini, muscoli, legamenti, articolazioni sospese nella gola e crocevia di grosse catene fasciali. Molti sintomi come dolore, secchezza, perdita della voce, raucedine, perdita di gamma vocale possono essere influenzati da tensione alla mascella, al pavimento della bocca e al collo. Prima di trattare un paziente verifichiamo o escludiamo cause organiche e lesioni, poi si valutano lo stato di tensione muscolare, i movimenti articolari e la funzionalità dei meccanismi fonatori. Verificati questi aspetti, con le tecniche osteopatiche si ripristinano le funzionalità fisiologiche». È così che Carlile ha curato e cura dislalie, disfonie, afonie e persino la balbuzie «che – dice- ha sempre una causa e bisogna capirla».

Esemplare è uno dei casi clinici raccontati nel blog del suo sito. È la storia di R. che nel 2013, a 19 anni, andò da lei perché soffriva dalla nascita di una balbuzie importante. Valentina sospettò una patologia respiratoria neonatale. In effetti R. era nato in sofferenza perché aveva respirato liquido amniotico ed era stato intubato. Tutti i parametri alterati che di solito si riscontrano nei balbuzienti R. li aveva. Sono bastate 6 sedute per ridargli una parlata fluente. Altre cause di problemi alla voce possono essere malocclusioni, bruxismo, fastidi gastrointestinali, ipotonia dei muscoli adduttori, sindrome premestruale, menopausa o un raffreddore preso mesi prima che ha lasciato la laringe infiammata. «Siccome esiste un’igiene della voce – conclude Carlile – sarebbe utilissimo fare prevenzione sui bambini assieme a logopedisti, medici, foniatri, otorini e insegnanti che spesso sono i primi a rendersi conto dei problemi».

Certo, l’osteopata non potrà mai trasformarci in Adele o Demetrio Stratos. Loro sono nati così perché una voce è data da qualità delle corde vocali, grandezza del cranio, del cavo orale, della mascella e del torace. Insomma, da una bocca piccola esce un suono piccolo. Intuì giusto quel discografico che, sentendo Ligabue cantare, disse: «Faccione, vocione. Lo prendo».
mariangela.mianiti@gmail.com

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