Sul tavolo da lavoro, Roald Dahl custodiva un osso della sua anca, rimasto «orfano» dopo che lo scrittore britannico subì l’operazione per inserire una protesi. È un cimelio che dice molto sul carattere di questo autore prolifico che abbiamo imparato ad amare durante l’infanzia e che oggi viene festeggiato in tutto il mondo perché compie i suoi primi «cent’anni»: era nato infatti il 13 settembre del 1916 a Llandaff, nel Galles, da genitori norvegesi (morì poi a Oxford nel 1990). Fra gli oggetti d’affezione, nella Gipsy House divenuta il suo museo a Great Missenden, in quel villaggio poco fuori Londra dove visse per trentasei anni, c’è anche una valvola per il trattamento dell’idrocefalo. Appassionato di diavolerie ingegneristiche, Dahl aveva contribuito alla sua realizzazione: serviva per suo figlio Theo, la cui carrozzina era stata investita da un taxi a New York nel 1960, provocandogli una grave frattura cranica.

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Roald Dahl con Patricia Neal

Colpito da varie disgrazie famigliari (perse il padre a tre anni che non resistette alla polmonite e soprattutto alla morte di sua sorella Astri; poi toccò a lui un lutto disperato per l’amatissima figlia Olivia, uccisa dal morbillo), a sua volta sofferente alla schiena per i postumi dello schianto del suo aereo quando era pilota della Raf, Roald Dahl coltivava i suoi biografici ex voto e li disseminava (trasfigurati, ovviamente) non solo in casa, ma anche fra le pagine dei romanzi, trasformandoli spesso in oggetti magici, oppure in «gesti» imperiosi di possesso del mondo da parte dei bambini. Non è raro che una sua storia si sviluppi vertiginosamente da un dettaglio in apparenza insignificante. O che nel corso dell’opera si rovescino le abitudini del lettore: chiunque provi a sfogliare i suoi Versi perversi scoprirà le eroine delle fiabe in fuga, incattivite dalla vita e pronte a seguire ardenti boscaioli piuttosto che sbadigliare a corte accanto a uggiosi principi.

Una full immersion in compagnia dei suoi personaggi – dai genitori schifosi degli Sporcelli, a Matilde o Charlie della Fabbrica di cioccolato, fino a quel Boy che riconduce Dahl tra le maglie della sua stessa infanzia – è la promessa lanciata quest’anno dalla Fiera del libro per ragazzi di Bologna (4-7 aprile), che si apre celebrando il suo nome e ospitando varie iniziative in città. In primis, un convegno internazionale sullo scrittore britannico (5 aprile, ore 16, presso la Sala Notturno), con relatori come il filosofo americano Jacob Michael Held, la linguista Susan Rennie, il regista Donald Sturroch, coordinati da Maria Russo, Children’s Book Editor del New York Times e William Grandi, docente di letteratura per l’infanzia presso l’università di Bologna (di cui, in questa pagina, anticipiamo un estratto del suo intervento, ndr).

Autore tradotto in cinquantotto lingue, con all’attivo duecento milioni di copie vendute nel mondo, di cui solo tre e mezzo in Italia, Dahl tornerà anche sul grande schermo la prossima estate – il primo luglio in America, a metà settembre in Italia – per la regia di Steven Spielberg, con un adattamento cinematografico dal romanzo del 1982 Il Grande gigante gentile, figura immaginaria che fisicamente ricorda lo scrittore stesso e la sua altezza vichinga. Il film (il GGG venne trasposto già nell’89 in un cartoon) è frutto di un’inedita collaborazione tra la Walt Disney Pictures e cineasta americano: girato nelle sue parti centrali a Vancouver, mescola attori e animazioni computerizzate e può contare sulla sceneggiatura di Melissa Mathison (E.T.), scomparsa da poco. La trama è nota: Sofia viene catapultata dall’orfanatrofio di Londra in una grotta abitata da orribili mangiatori di «popolli» (esseri umani), come l’Inghiotticicciaviva e i compagni di pasti sanguinolenti. Per fortuna, il suo rapitore è un gigante vegetariano (mangia solo cetrionzoli), garbato e amabile, che soffia sogni nelle orecchie dei bambini e protegge la sua minuscola amica  fino a quando, insieme, sconfiggeranno i cannibali.

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Dal film di Steven Spielberg, “Il Grande gigante gentile”

Intanto, in attesa dell’uscita del film, in Fiera si potrà ripassare tutta la produzione di Roald Dahl, grazie alla casa editrice Salani che ripubblica i primi sette volumi per bambini (nel corso dell’anno saranno 21) in una collana disegnata con una grafica, la medesima in tutto il pianeta, corredata dalle nuove illustrazioni di Quentin Blake, suo storico sodale nelle incursioni fantastiche.

Ma la kermesse bolognese – che porterà tra i suoi stand milleduecento espositori da oltre settanta paesi – celebrerà anche i lunghi quattrocento anni dalla morte di Shakespeare e Cervantes, i cinquant’anni della Mostra degli illustratori, offrendo una panoramica dei migliori talenti internazionali (da Munari a Shaun Tan), e dedicherà il suo focus alla Germania, paese ospite racchiuso nella parola Look!. Esposizioni, laboratori e incontri permetteranno di fare la conoscenza con autrici e autori della letteratura tedesca per l’infanzia.

In più, nei giorni della Fiera verranno decretati i vincitori del premio Strega Ragazze e Ragazzi. Tra i finalisti, si segnalano il bel romanzo uscito postumo della scrittrice inglese Siobhan Dowd Il riscatto di Dond, pubblicato da Uovonero, e La trottola di Sofia di Vichi De Marchi, che racconta la vita di Sofia Kovalevskaja, la grande matematica russa vissuta nella seconda metà dell’Ottocento, prima donna in Europa a conquistare una cattedra universitaria a Stoccolma, il 30 gennaio del 1884, dopo aver lottato duramente contro i pregiudizi sociali.

La chiusura della manifestazione dedicata ai professionisti non farà però sparire l’editoria per i più piccoli dalla città emiliana: la Fiera rimarrà aperta dall’8 al 10 aprile per un Weekend dei giovani lettori, con un fitto programma di eventi e percorsi tematici.