Visioni

Una questione di jazz «politico»

Una questione di jazz «politico»Daniele Blaiotta – foto di Mario Coppola

Note sparse Il progetto musicale di Daniele Blaiotta "Planetariat"

Pubblicato circa un anno faEdizione del 13 settembre 2023

Colpisce duro, con potenza espressiva e lucida coscienza politica, l’ultimo album del pianista-tastierista-compositore 36enne Daniele Blaiotta. Non è frequente ascoltare un album jazz (in senso ampio) capace di coniugare ad alto livello ispirazione artistica, efficacia comunicativo-creativa, visione politico-economica di alcune delle vicende più (tragicamente) significative del nostro tempo: dalla perenne crisi palestinese alla ‘tirannia’ di Wall Street, dal Mediterraneo-tomba per emigranti alla Grecia ai tempi della Troika. Netta è la condanna dell’imperialismo; altrettanto chiara è la fiducia negli esseri umani e la stima per chi guarda al di là di interessi ristretti e strumentali, come Gino Strada – fondatore di Emergency – cui è dedicato Gino’s Eyes. Un brano dal tono riflessivo, con sfumature epiche, il cui tema è disegnato dal sax alto di Achille Succi (collaboratore dal 2015 di Blaiotta, anche al clarinetto basso) e dalla particolare voce di Eleonora Tosto.

IL PREGEVOLE gruppo, in questo terzo album da leader (Departures, The White Nights Suite, 2020-‘21, tutti per Filibusta Rec.) si completa con Stefano Carbonelli (chitarra, voce) ed Evita Polidoro (batteria, altra strumentista-compositrice di spicco). Daniele Blaiotta (piano, tastiere e voce in Planetariat) si conferma un eclettico musicista: dalla precoce carriera di pianista classico (Chopin, Liszt e Debussy, in particolare) ha allargato la sua sfera d’azione a jazz, composizione (premio J.Raducanu, 2022), arrangiamento e divulgazione culturale. Nel nuovo album costruisce una struttura in undici episodi in cui larga parte hanno liriche del poeta americano «antagonista» Jack Hirshman (1933-2021), amico dei beatniks ma schierato su posizioni marxiste. Hirshman (autore di oltre 100 libri, poeta e traduttore) ha avuto uno stretto rapporto con l’Italia (la Casa della Poesia di Baronissi), tant’è che è stato un editore nostrano a pubblicare integralmente i suoi Arcanes: lunghi e visionari poemi che si inseriscono nella scia dell’epica moderna di E.Pound, W.C.Williams e C.Olson ma sono potentemente orientati contro la politica imperialista, per la giustizia sociale e la libertà artistica. Introdotto dall’elettronico Human Being, intervallato dal lirico Real Earth, concluso all’imperativo ed ipnotico Stop! (tutti brani strumentali), Planetariat mette in musica sette estratti da altrettanti Arcani di Hirschman e ne esalta i testi lucidi e poetici.

IN UN INSIEME policromo di post-jazz (con influenze di Steve Coleman), hard-rock e progressive, il gruppo propone una visione sonora – ed una chiave di lettura politica – che ha sorprendenti analogie, pur nel linguaggio differente, con i Ceramic Dog di Marc Ribot e che, soprattutto, pratica un jazz di assoluta contemporaneità.

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