Cultura

Una notte con Isadora Moon e Mortina

Una notte con Isadora Moon e Mortina

SCAFFALE In cerca di una propria identità, tra zombie, scuole per fate e nugoli di pipistrelli

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 1 agosto 2019

Isadora Moon è nata solo tre anni fa dalla penna di Harriet Muncaster, autrice nata nel 1988 in Arabia Saudita ma trasferitasi da piccola con la famiglia in Inghilterra, nello Hertfordshire e ha già venduto un milione di copie, di cui moltissime in Spagna. Le sue avventure sono tradotte in ventisette lingue e in Italia escono per De Agostini, compresa la app che permette di giocare col suo personaggio. Lei, Isadora Moon, è una bambina (virata tutta in bianco, rosa e nero) che «sconta» una identità mista: sua madre è una fata e suo padre un vampiro. Così le capita di trovarsi spesso spiazzata: ama i misteri della notte ma non disdegna la luce dell’alba e se ha una predilezione per i pipistrelli, d’altra parte non riesce a lasciare mai il suo coniglietto rosa. Insomma, non avendo certezze, condivide le stesse ansie di ogni ragazzina alle prese con il riconoscimento di sé.
Sempre sul versante dark, un’altra star «seriale» tradotta in più lingue è Mortina (edita da Mondadori) uscita la prima volta nel 2017 dalla fantasia della scrittrice e illustratrice Barbara Cantini (l’ultima «puntata» è il romanzo Mortina e la vacanza al lago mistero), per anni animatrice cartoon in varie serie tv per la Rai. È una bambina zombie (gemella dalle occhiaie viola delle creature di Tim Burton) che vive in una villa decadentissima insieme alla zia Dipartita e al cane Mesto. Nell’ultima sua apparizione, finisce in villeggiatura in una altrettanto sgarrupata dimora, appartenente a zia Megera e suo cugino Dilbert (non riconosciuti dallo stato in quanto fantasmi).
La casa sta per andare all’asta perché in abbandono e senza eredi, ma il gruppo di «abitanti della notte» deciderà di riportare in vita chi non c’è più, con pozioni improbabili in grado di ridonare guance rosa e corpi giovani a chi era avvizzito nell’ombra. Tanto da ingannare funzionari dello stato sospettosi. L’effetto magico è a termine però, e dopo molte fatiche per nascondere la vera identità, tutti possono finalmente tornare a «essere felicemente morti».

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