Stranezza della lingua scritta di Camilleri: com’è possibile che la lingua di Vigàta sia la stessa della Sicilia degli anni Trenta? Eppure lo è. Il camilleriano non è una miscela di italiano e dialetto, o un italiano dialettizzato: non c’è quell’«afrodisiaco dialettale» che fu criticato nel neo-realismo letterario, né l’infinita derogazione della lingua all’interno di sognate architetture del Pasticciaccio di Gadda. Sul fondo oscuro di un idioma che non è né siciliano né italiano, Camilleri innesta due diverse operazioni: svuota la lingua di termini e strutture, per poi riempirla con termini e frame sintattico-grammaticali siciliani; al posto dei vuoti ci...