La trama e la forma sembrano semplici: si tratta di una indagine su un delitto di provincia, secondario se non marginale, per una vittima come tante, abitudinaria, quella ai margini delle discoteche e dei locali notturni, dove un ragazzo, Emanuele, è stato ucciso da un branco per niente dopo un diverbio da niente, in un vuoto di occasioni che invece del nulla ormai produce morte. Ma non è così, non è un romanzo d’investigazione né un noir quello che ha elaborato Daniele Vicari, regista di tanti film che hanno ormai fatto scuola sempre proponendo un punto di vista fondativo, una...