Una montagna di rifiuti sommersa nel lago d’Iseo
Tavernola Bergamasca Scoperta sul fondale una piramide di copertoni e scarti industriali alta 40 metri
Tavernola Bergamasca Scoperta sul fondale una piramide di copertoni e scarti industriali alta 40 metri
Una montagna di rifiuti e scarti industriali in fondo al lago di Iseo, nelle acque di fronte al comune di Tavernola Bergamasca. È questa la scoperta che lunedì hanno fatto i Nuclei Subacquei dei Carabinieri di Genova, intervenuti per recuperare un’auto uscita di strada e sprofondata pochi giorni prima nell’acqua del lago. Oltre alla macchina però, le perlustrazioni dei fondali hanno rivelato ingenti quantità di rifiuti, depositate sul fondo. Secondo le prime informazioni, si tratterebbe di scarti delle produzioni industriali delle aziende dell’adiacente distretto della gomma.
«Eravamo consapevoli dei rischi connessi alla presenza di un distretto della plastica e vedevamo anche buttati via gli scarti di produzione. Insomma, avevamo dei sospetti», dice Dario Balotta, presidente del circolo di Legambiente Basso Sebino, «ma non ci aspettavamo niente del genere». Una vera e propria montagna di rifiuti, alta una quarantina di metri e larga una decina, sul fondale del lago di Iseo.
A far presagire questa scoperta erano stati i dati contenuti nelle ricerche di Legambiente e Enea di appena due anni fa che già individuava nel lago di Iseo una densità media di 63mila particelle di microplastiche per chilometro quadrato. «Sulla base di questi dati e delle segnalazioni dei cittadini, stavamo preparando anche un intervento su quanto temevamo potessero nascondere le acque di laghi e fiumi», aggiunge Balotta, che già nello scorso dicembre aveva presentato un esposto ai Carabinieri per le ingenti quantità di scarti industriali di plastica rinvenute lungo le rive di un affluente del fiume Oglio. Ora, la possibilità di una azione penale per accertare le responsabilità di uno sversamento di materiali andato avanti per anni nelle acque del lago di Iseo è sempre più concreta.
Il ritrovamento dei Carabinieri non è stata una scoperta neppure per altri gruppi e associazioni del territorio tra Bresciano e Bergamasco. «Questa area, tradizionalmente legata alla produzione della gomma, è diventata una delle zone di eccellenza nella produzione di questi prodotti.
Ora però, i costi ambientali vengono a galla. Negli anni il sistema industriale ha lasciato rifiuti nel lago e in altri fiumi pieni di scarti di gomma, le rive dei corsi d’acqua che attraversano la Valcalepio ne sono sommerse. La politica di ottimizzare i costi ha portato a buttare i rifiuti sui torrenti. È un problema strutturale non legato alla singola realtà, abbiamo sentito per anni urlare “padroni a casa nostra” ma hanno nascoste politiche di cementificazione e predazione del territorio», racconta Beppe Locatelli delle Brigate di Solidarietà Attiva, che insieme a Progetto EcoSebino e Ggap (Gruppo giovani ambientalisti paratico), daranno vita alla prima «camminata dello sporco». «Proprio per sabato abbiamo organizzato una giornata di raccolta collettiva dei rifiuti lungo le rive del fiume Oglio», annuncia.
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