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Una legge per punire il cliente

Una legge per punire il cliente – Reuters

Legge sulla prostituzione Da oggi all'Assemblea una proposta di legge "abolizionista", che colpisce la domanda per far diminuire l'offerta. Divisioni a sinistra, a destra e tra le associazioni umanitarie e femministe

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 27 novembre 2013

Oggi arriva all’Assemblea la proposta di legge “di lotta contro il sistema di prostituzione”, che prevede una multa per i clienti, accanto alla soppressione del reato di adescamento, istituito nel 2003 da Sarkozy (quando era ministro degli interni) e delle misure per favorire “un percorso di uscita dalla prostituzione”. La legge, che sulla carta non è politicamente conflittuale (è presentata da due relatori, una Ps l’altro Ump) è sostenuta dalla ministra dei Diritti delle donne Najat Vallaud-Belkacem, ma nei fatti divide all’interno dei due schieramenti, a sinistra come a destra. Anche le organizzazioni femministe sono divise.

La Francia, in realtà, con questa legge che introduce per la prima volta la penalizzazione del cliente (come in Svezia, dal ’99, seguita da Islanda e Norvegia), non fa che proseguire nella linea abolizionista, in atto dal ’46 (con la legge Marthe Richard, che ha messo fine alle case chiuse). L’obiettivo dei relatori è “rovesciare lo sguardo, responsabilizzando il cliente e facendo della prostituta non più una delinquente ma una vittima che va aiutata”. Alla base c’è “il rifiuto della mercificazione del corpo”, spiega la relatrice Maud Olivier, che sostiene che la prostituzione per libera scelta è “marginale”, mentre la grande maggioranza sono persone costrette dalle reti mafiose. Najat Vallaud-Belkacem ha paragonato la prostituzione alla schiavitù e per questo parla di “abolizione”. Punendo il cliente, le legge mira a cambiare i comportamenti, colpendo la domanda per far crollare l’offerta. La polizia calcola che ci siano in Francia tra 20mila e 40mila persone prostitute (cifra contestata dallo Strass, il sindacato del lavoro sessuale, che ricorda che in Germania – il contro-modello, dove la prostituzione è regolamentata – ne sono recensite 400mila, cioè dieci volte di più). L’attività su Internet sfugge in particolare a qualsiasi controllo. La maggior parte sono straniere, provenienti principalmente da Nigeria, Romania e Cina, vittime di reti mafiose. Esistono già leggi che puniscono la tratta di esseri umani (sette anni di carcere, ma fino all’ergastolo se ci sono aggravanti e 150mila euro di multa). La nuova legge multerà il cliente (1500 euro).

La maggioranza arriva divisa alla discussione della legge, che potrebbe arenarsi nel passaggio tra Assemblea e Senato: una delle contestazioni riguarda difatti proprio l’opportunità di discutere di prostituzione in un periodo di grave crisi economica, con una rivolta fiscale in corso. Il Ps è diviso, ma cerca di nascondere il conflitto (probabilmente, molti deputati non parteciperanno al dibattito). Il Front de Gauche è sostanzialmente a favore, mentre i Verdi sono indecisi, tra chi appoggia la legge e chi contesta il fatto che parta dal principio che ci sia un solo di tipo di prostituzione, quella vittima della tratta e dei prosseneti, senza prendere in considerazione la libera scelta. Questa è anche la posizione della filosofa Elisabeth Badinter, secondo la quale “lo stato non deve legiferare sull’attività sessuale degli individui” e “proibire” a chi sceglie “di fare quello che vuole con il proprio corpo significherebbe tornare indietro su una conquista del femminismo, che è la lotta per la libera disposizione del proprio corpo”. Contrarie anche organizzazioni come Médecins du monde, il Planning familial o Act up, che temono che la penalizzazione dei clienti spinga la prostituzione in una maggiore clandestinità, rendendo quindi il mestiere più pericoloso per le vittime che si vorrebbero difendere. Molte associazioni femministe, invece, come Osez le féminisme, sostengono la legge, perché aiuta alla riconversione, offrendo alle straniere un permesso di soggiorno di sei mesi e un contributo finanziario. A destra, l’Ump è abolizionista e appoggia la legge (malgrado comporti la soppressione del resto di adescamento voluto da Sarkozy), anche se l’appello dei “343 sporcaccioni” che si sono denunciati come “clienti” (firmato da intellettuali e artisti vicini alla destra, che fa il verso a un famoso appello di femministe degli anni ’70 a favore dell’aborto) ha creato sconcerto e rivelato che dietro la facciata c’è una realtà ben diversa.

 

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