Europa

Una giornata europea per la Grecia

Il discorso I tempi sono maturi per convocare una manifestazione in solidarietà con la battaglia di Atene per cambiare l’Ue

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 27 marzo 2015

Quella che proponiamo è la traduzione di una parte del discorso pronunciato a Francoforte da Hans-Jürgen Urban in occasione della manifestazione internazionale Blockupy dello scorso 18 marzo. Urban è membro della segreteria nazionale della IG-Metall, la federazione dei lavoratori metalmeccanici tedeschi (2,3 milioni di iscritti), la più grande organizzazione di categoria all’interno della confederazione unitaria Dgb. Urban è membro, inoltre, del think tank rosso-verde Institut der Solidarsiche Moderne, che riunisce esponenti di Spd, Verdi e Linke. Il suo intervento a Blockupy è di particolare importanza perché mostra l’orientamento – non scontato – dell’influente movimento sindacale tedesco, in particolare metalmeccanico, apertamente in contrasto con la politica dettata dal governo di Angela Merkel e a sostegno del nuovo esecutivo greco. (j.r.)

Cari amici e amiche, colleghi e colleghe, chi vuole studiare le conseguenze della politica di austerità deve guardare alla Grecia. Nella stampa del gruppo Springer (come la Bild, ndr), ma purtroppo anche altrove, si legge sempre la seguente accusa: «malgrado l’enorme aiuto, i greci non ci sono riconoscenti». Ma che significa questo discorso? Di cosa dovrebbero esserci riconoscenti i greci? I greci non hanno ricevuto proprio nulla dei nostri soldi! Il denaro non è andato alle persone, ma è finito soprattutto ai creditori dei titoli di stato greci, e cioè alle banche francesi e tedesche! Le banche sono state aiutate con i miliardi, mentre allo stato sociale i miliardi sono stati sottratti. «Dovevo essere una banca!», avranno pensato tanti disoccupati, pensionati, malati, in Grecia e altrove. I profitti vengono salvati, le persone vengono lasciate cadere. Che assurdità, che cinismo!

Sì, cari amici ed amiche! L’austerità imposta ha condotto la Grecia in uno stato d’eccezione: le attività produttive dallo scoppio della crisi si sono ridotte di un quarto, i salari nel settore pubblico sono stati tagliati fino al 50%, le pensioni fino al 45%, e il sistema sanitario è sul punto di collassare, mentre sono drammaticamente aumentati i suicidi e la mortalità neonatale! Questo fatale concorso di cause fra crisi economica e smantellamento del welfare ha condotto verso una catastrofe sociale e umanitaria.

Colleghi e colleghe, amici ed amiche! Molti fra di noi qui presenti sono sindacalisti. Ci dichiariamo fedeli ai principi dello stato sociale democratico e della solidarietà internazionale. Ma diciamocelo: che significato avrebbero queste affermazioni ideali se noi stessimo semplicemente a guardare mentre un Paese viene distrutto sotto i nostri occhi sia sul piano economico sia su quello sociale? Il dovere del sindacalista è un altro, esattamente il contrario: alzare la voce, organizzare proteste, praticare solidarietà! Anche per questo motivo noi oggi siamo qua!

E proprio per questa ragione, cari amici ed amiche, colleghi e colleghe, è proprio per questa ragione che sono davvero molto contento dell’appello dei sindacati alla solidarietà verso la Grecia. Mi riferisco sia all’appello della Confederazione europea dei sindacati (Ces, ndr) sia a quello della Confederazione tedesca Dgb. In quest’ultimo si afferma: «Con il nuovo governo greco si deve trattare seriamente e senza pressioni ricattatorie, al fine di aprire al Paese una prospettiva economica e sociale che vada al di là della politiche di austerità». (…) L’Europa non può perseverare in una politica che danneggia la popolazione, e che è stata chiaramente bocciata dalla maggioranza delle elettrici e degli elettori. Non è ammissibile andare avanti così come se nulla fosse”. Queste sono parole di solidarietà: bene così! Ma da ottimista quale sono aggiungo: «Sarebbe meglio ancora di più». Ad esempio per quanto riguarda la solidarietà concreta si potrebbe fare molto di più: e non ci farebbe male darci obiettivi più ambiziosi. Io penso che i tempi siano maturi per una giornata a livello europeo di protesta e solidarietà con la Grecia!
Cari amici ed amiche, colleghi e colleghe! Noi siamo a favore dell’Europa, della sua grande idea di superamento dei confini, dei pregiudizi, del nazionalismo. A favore dell’idea che di una regione del benessere, della democrazia, della solidarietà. Dell’idea di apertura all’esterno, e di un ruolo positivo di risoluzione nonviolenta dei conflitti nel mondo. Ma sono tutte idee che in un’Europa delle banche, dell’austerità e del neoliberismo vengono quotidianamente smentite. Per questo noi diciamo: dobbiamo ricostruire l’Europa, dobbiamo rifondarla democraticamente e moralmente. E non permettiamo che ci vengano a dire che queste sono utopie e ingenuità. L’Europa deve trasformarsi, o altrimenti si gioca il proprio futuro. Un’altra Europa è possibile.

(Traduzione di Jacopo Rosatelli)

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