Una giornata di mobilitazione sulle spiaggie
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Una giornata di mobilitazione sulle spiaggie

La presa della battigia Il 14 luglio a scendere in queste piazze estive – per una simbolica "Presa della battigia", così si chiama l’iniziativa - saranno cittadini che in diversi lidi del Paese si battono per l’interesse generale. Per fruire liberamente e gratuitamente dei lidi e del mare

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 13 luglio 2022

Domani sarà una giornata speciale per le spiagge italiane. Avverrà qualcosa di mai visto nel nostro Paese, abituato ad un’eterna polemica su questi particolari spazi pubblici dove al centro dell’attenzione sono sempre gli interessi di parte ed economici. Invece, il 14 luglio a scendere in queste piazze estive – per una simbolica “Presa della battigia”, così si chiama l’iniziativa – saranno cittadini che in diversi lidi del Paese si battono per l’interesse generale. Per fruire liberamente e gratuitamente dei lidi e del mare.

Una battaglia quanto mai importante perché in questi anni l’aumento delle concessioni balneari ha riguardato tutte le regioni e ha portato in alcune parti d’Italia alla scomparsa delle spiagge libere. Ci sono tanti comuni liguri, romagnoli e toscani dove si arriva al 90 per cento di spiagge affidate agli stabilimenti e rimangono “liberi” alcuni tratti non balneabili. Il tema è di grande attualità perché nei prossimi mesi il Governo dovrà approvare un decreto proprio per garantire equilibrio tra spiagge libere e in concessione. Inoltre, si dovrà realizzare una mappatura delle assegnazioni avvenute in questi anni e introdurre criteri capaci di premiare le gestioni attente alla qualità e sostenibilità. Sarà tutto meno che facile, perché è proprio su questi interventi e principi che è avvenuto lo scontro più feroce tra il governo e i balneari intorno al decreto concorrenza.

Sarà fondamentale la partecipazione dei cittadini e l’attenzione pubblica per la rilevanza delle scelte e le questioni ancora aperte. Ad esempio, la mappatura delle concessioni se sarà fatta correttamente metterà in luce i tanti che hanno lavorato bene e però situazioni di incredibile illegalità, con stabilimenti che hanno costruito muri e cancelli per impedire a chi non paga di accedere alle spiagge. C’è poi la realtà di centinaia di stabilimenti che, senza permessi, hanno costruito strutture, spianato dune per realizzare parcheggi, pavimentazioni per ristoranti e aree sportive. Di fronte a casi di questo tipo si dovrà ristabilire la legalità, ma non sarà facile e ci sarà da vigilare.

Una seconda questione non banale sarà ridisegnare con dei piani degli arenili un corretto equilibrio tra spiagge in concessione e invece libere, dove sarà fondamentale presentare idee nuove di recupero e valorizzazione della costa nel nuovo scenario dei cambiamenti climatici, dove servono soluzioni diverse dal passato e tutto tranne che nuovo cemento.

Se in questi mesi la cronaca politica si è occupata soprattutto di raccontare il punto di vista dei balneari, che denunciavano l’esproprio di spazi e attività che – sostenevano – erano oramai loro da generazioni, ora più che mai abbiamo bisogno di guardare con attenzione alle decisioni che verranno prese dal Governo. Perché ci riguardano tutti e per questo dobbiamo ringraziare i comitati di cittadini che da Pozzuoli a Rimini, dal Cilento alla Versilia, da Terracina a Genova, a Ostia, il Coordinamento mare libero per questa civile e lungimirante battaglia sulla battigia.

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