Cultura

Una generazione in lotta nella Russia di metà ’800

Una generazione in lotta nella Russia di metà ’800

Libri «La strana gioventù» di Marco Noccioli (Efesto), storia di un’epoca in cui le distanze erano immense ma il mondo era piccolo, grazie alla passione di chi voleva cambiarlo

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 9 agosto 2024

Chiunque abbia letto almeno un paio di classici della letteratura russa, preso dalla morsa della scuola o di un genitore piuttosto zelante, conosce bene l’importanza che la città di San Pietroburgo ha avuto nella storia culturale russa – e ovviamente anche in quella europea. È la città del Raskolnikov di Delitto e Castigo, delle Memorie del sottosuolo, di Anna Karenina e dei racconti fantastici di Gogol; la città del Palazzo d’Inverno, del teatro Mariinskij, della Neva e della prospettiva Nevski. E, ovviamente la città della rivoluzione d’Ottobre.

IN QUESTO MILIEU straordinariamente fertile si ambienta il secondo romanzo di Marco Noccioli, La strana gioventù (Efesto, pp. 435, euro 18,50). Un libro interessante, quello di Noccioli, che si situa negli anni ’60 dell’Ottocento, al cuore di una generazione turbolenta, che rifletteva sulle ingiustizie del presente e incubava le lotte del futuro. Erano anni in cui i giovani si formavano sugli scritti della rivoluzione democratica, sul Che fare? di Cernysevskij e sulle poesie di Nekrasov – entrambi fanno la loro importante apparizione nel libro.

È con questi giovani intellettuali e rivoluzionari che entra in contatto Orazio Torriani, il protagonista del romanzo di Noccioli. Torriani è un io narrante equilibrato e vivace: è un raffinato bibliotecario romano, che ha combattuto per la Repubblica Romana e ha lavorato per il British Museum sotto la direzione di Anthony Panizzi. Proprio Panizzi lo invia presso la Biblioteca Imperiale di Pietroburgo, con l’obiettivo di unire la biblioteca del British Museum con la più grande biblioteca russa.

A San Pietroburgo Torriani verrà accompagnato attraverso le vite agitate e rigogliose della gioventù russa in particolare da tre personaggi: la zelante libraia Anna Engelhardt, la sorridente Natalia Kramskoy e Sophia Prokhorova, giovane istitutrice. Le loro storie si intrecciano sapientemente a quelle di personaggi celebri degli ultimi anni del XIX secolo, che fanno di tanto in tanto capolino nell’intreccio – sono personaggi come il celebre compositore russo Rubinštejn e Felice Orsini, attentatore di Napoleone III.

TORRIANI VIVE a San Pietroburgo una stagione di intensi incontri intellettuali, segnati da una costellazione di dialoghi fitti e intensissimi, inframezzati da documenti ufficiali che segnano il tempo fra un capitolo e l’altro, riprodotti abilmente da Noccioli senza pedanteria. Al soggiorno russo segue per il bibliotecario il ritorno a casa. Rientrato a Roma, il Torriani prenderà servizio presso il Collegio Romano per organizzare la Biblioteca Nazionale e si cimenterà nella traduzione italiana di Che Fare? di Cernysevskij, direttamente speditagli dalla Russia.

La strana gioventù è un libro avvincente, dunque, che si immerge in un decennio estremamente proficuo di storia europea, riuscendo a mantenere sempre un respiro ampio, specchio dell’internazionalismo di un’epoca in cui le distanze erano immense ma, allo stesso tempo, il mondo era piccolo, grazie alla passione di chi voleva cambiarlo.

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