La ri-conquista del West di Kelly Reichardt è iniziata «ufficialmente» nel 2010, con Meek’s Cutoff, lo splendido racconto -a cavallo tra Storia e metafora- del viaggio di una carovana di pionieri sperduti e affamati nel deserto, intorno al 1840. Ma è dai suoi primissimi lavori che Reichardt ci ha abituati a quell’aggiustamento dell’occhio e della prospettiva (dei generi, degli stereotipi del gender, delle brutte abitudini narrative e dei cliché stilistici) che rendono il suo percorso così unico e radicale nella scena del cinema Usa contemporaneo. La «calma» che avvolge le sue storie, il lirismo minimal, sono infatti l’apparenza dietro a...