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Una desistenza «di carta»

Una desistenza «di carta»Cantiere della Tav

Val di Susa Come nasce il via libera del M5S alla candidatura Sandro Plano (Pd). Il nome del presidente della comunità montana ha l’obiettivo di mettere i «bastoni fra le ruote» all’Alta velocità

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 26 marzo 2014

L’indicibile accordo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle si sostanzia in un pezzo di Italia che oggettivamente ha caratteristiche originali: la val di Susa. E’ stata messa da parte la reciproca guerriglia politica in nome della lotta, locale, all’alta velocità. Così è stato trovato un compromesso che permetterà ad un candidato dichiaratamente Notav di avere buone possibilità di vincere la prossima competizione elettorale contro la destra cittadina che al momento guida Susa, uno dei due comuni della bassa valle favorevoli alla grande opera. Chi controlla politicamente Susa probabilmente controlla i lavori della Torino-Lione.

Sandro Plano del Partito Democratico, già sindaco di Susa per due mandati, sarà il candidato del Movimento Notav.

La trattativa è stata complessa ed è durata molti mesi, e solo poche settimane fa pareva incardinata su rigidità che avrebbero esposto il territorio al «rischio» di riconferma dell’attuale amministrazione, guidata da Gemma Amprimo, professoressa di Liceo, in tempi non remoti contraria alla Torino-Lione ma poi ravvedutasi.

Sandro Plano, raggiunto telefonicamente, ha preferito non rilasciare dichiarazioni ma l’accordo è ricostruibile. In termini antichi si tratta di «desistenza». I vertici regionali, e forse nazionali, del Movimento alcune settimane fa hanno compreso che una loro candidatura di bandiera probabilmente avrebbe diviso l’elettorato e quindi, pur rimanendo fedeli ai loro principi, hanno deciso di dare via libera alla candidatura dell’esponente democratico meno amato dal Partito Democratico in Italia .

Probabilmente ad influire sull’accordo sono state anche le note e più volte minacciate espulsioni che Sandro Plano, attuale presidente della Comunità Montana, ha ricevuto in questi anni dal suo partito, a causa della sua inflessibile politica contraria alla mega opera.

Come ama definirsi lui stesso, e come universalmente riconosciuto, Plano è un uomo cocciuto e quindi ha portato avanti la sua battaglia nel Pd, è nota la sua ferma convinzione secondo cui «gli indirizzi politici di un partito si cambiano solo dall’interno». Si vocifera che la contrarietà al Tav più volte espressa da Matteo Renzi sia dovuta proprio ad una sua opera di persuasione.

La stessa determinazione Plano è riuscita a tenerla anche all’esterno conquistando sul campo una candidatura che potrebbe cambiare le sorti dell’intera vicenda Alta Velocità. Susa infatti sarà sede della cosiddetta Stazione internazionale, una gigantesco monolito di pietra progettato da un’archistar giapponese, piazzato a due chilometri dal centro del paese e dal costo stratosferico: quasi cinquanta milioni di euro. Il gigantismo dell’opera, distante mezz’ora di treno da un’altra mega stazione, quella di Torino, è comprensibile solo se lo si rapporta con le dimensioni di Susa, un bel paese montano di seimila anime.

Il cantiere di questa stazione internazionale dovrebbe essere aperto a fine 2014, ecco quindi la ragione che soggiace alla necessità di un accordo atto a ottenere un’amministrazione democraticamente contraria a questa prospettiva. Un sindaco non può bloccare fisicamente un cantiere, ma può creare della barricate di carta: cosa in cui Sandro Plano è molto esperto.

In una lettera scrive il parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Marco Scibona: «Il M5S deve parte del suo successo elettorale del 2013 proprio ai voti degli appartenenti al Movimento No Tav di cui sono note le capacità organizzative e la conoscenza che i vari comitati e cittadini hanno del loro territorio e del loro Comune in particolare. Proprio per questi motivi il M5S non presenta proprie liste nei comuni dove il Movimento No Tav trova la sua rappresentanza nelle liste civiche».

Il Movimento Cinque stelle evita così di appoggiare dichiaratamente un esponente di partito che ha già svolto un doppio mandato, perché la presenza di una lista civica dichiaratamente Notav darà la possibilità ai pentastellati di non presentarsi, spianando così la strada alla elezione di Plano, la cui popolarità, soprattutto fra la popolazione cattolica della cittadina, risulta fondamentale per un successo. Come noto, Sandro Plano ama definirsi da sempre «democristiano di scuola Donat Cattin».

Sarà comunque necessario aspettare le reazioni del Pd torinese e regionale, da sempre favorevole al Tav e da tempo mal disposto verso l’ingombrante figura di Sandro Plano.

 

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