“Una cooperativa e ci siamo ripresi il nostro posto”
Il caso del supermercato Olimpo Un grosso gruppo chiuso per mafia. Ma i dipendenti di Palermo non si arrendono: assistiti da Cgil e Legacoop hanno riaperto il loro vecchio punto vendita. E adesso gli affari funzionano
Il caso del supermercato Olimpo Un grosso gruppo chiuso per mafia. Ma i dipendenti di Palermo non si arrendono: assistiti da Cgil e Legacoop hanno riaperto il loro vecchio punto vendita. E adesso gli affari funzionano
Le storie dei beni recuperati dopo una confisca alla mafia parlano spesso di campi, vigne o agrumeti, e di cooperative che li gestiscono, come la «Placido Rizzotto», grazie ad associazioni coraggiose come Libera. Ma questa volta raccontiamo di un supermercato. Si tratta del centro commerciale Olimpo, alle porte di Mondello, la spiaggia dei palermitani: 34 lavoratori hanno deciso di prendere in mano il proprio destino, senza arrendersi dopo l’arresto del loro datore di lavoro, la crisi, la chiusura e la cassa integrazione.
«Abbiamo pensato che non dovevamo aspettare la manna dal cielo», dice Marco Famà, 38 anni, nel cda della Cooperativa Progetto Olimpo. I 34 erano dipendenti della Aligrup, gruppo con duemila addetti e 50 supermercati in tutta la Sicilia. L’azionista di maggioranza è finito in manette perché coinvolto in storie di mafia: poi è arrivata la crisi, e nel 2012 la liquidazione. Quindi la cassa e la mobilità.
«Noi eravamo dipendenti di una controllata della Aligrup, la K&K – spiega Marco – Pensavamo che fosse davvero uno spreco buttare via le nostre competenze, e lo spazio di 3 mila metri quadrati del supermercato, ma non ci riusciva di trovare un nuovo imprenditore disposto a rilevarci. Le banche poi, quando c’è di mezzo la mafia, chiudono subito i rubinetti».
Sembrava una storia destinata a concludersi con la disoccupazione, ma chiusi per giorni a scervellarsi dentro la sede della Filcams Cgil di Palermo, a Marco e ad altri quattro colleghi è venuta l’idea: perché non facciamo una cooperativa e il supermercato lo rileviamo noi? «Il sindacato ci ha messo in contatto con Legacoop: abbiamo deciso di investire le nostre mobilità, circa 500 mila euro. Per fortuna l’Inps le può anticipare».
Una cifra analoga è venuta da Cfi (Cooperazione Finanza Impresa), che è diventata azionista. Un altro prestito da Unipol Banca, e altri 50 mila euro da Banca Etica. Così, con 1 milione di euro, e l’affitto agevolato dell’immobile (anch’esso confiscato alla mafia), la Cooperativa Olimpo ha avviato il suo commercio, sotto l’insegna della Despar. E per ora funziona. an. sci.
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