Una casa editrice per salvare Venezia
Editoria Lidia Fersuoch porta avanti "Corte del Fontego" la piccola realtà creata dalla storica Marina Zanazzo
Editoria Lidia Fersuoch porta avanti "Corte del Fontego" la piccola realtà creata dalla storica Marina Zanazzo
Una casa editrice militante, capace di portare al grande pubblico tematiche specialistiche. Un laboratorio di cittadinanza, che dà spazio a pratiche alternative, a modi diversi di raccontare e vivere una città bellissima e fragile, Venezia. Rappresenta questo e molto altro Corte del Fontego, l’editore fondato da Marina Zanazzo nel 2005, storica e archivista, scomparsa lo scorso luglio dopo una lunga malattia. Che ha espresso con questo mezzo il suo grande amore per la città che l’ha adottata, lei che veniva dalla terraferma, e che in laguna ha deciso di stabilirsi. E combattere. Perché Venezia, ecosistema delicatissimo e luogo dal fascino unico al mondo, è perennemente preda degli appetiti insaziabili di gruppi di interesse potenti e pervasivi, che la svendono, la rovinano, ne causano abbandono e spopolamento.
Da qui l’esigenza di pubblicare saggi e pamphlet, inchieste, ricerche documentate e riflessioni su una città che non vuole morire e che, per ritrovarsi, deve partire dal conoscere se stessa. Ad accompagnare Marina in quest’impresa coraggiosa e un po’ folle, l’amica di una vita Lidia Fersuoch, oggi presidente della sezione veneziana di Italia Nostra, e Edoardo Salzano, gigante dell’urbanistica italiana, da sempre schierato contro gli interessi di palazzinari e speculatori. «Sono convinto» spiega Salzano, «che qui ci siano molto piccole isole di resistenza, affogate però da un mare di ignoranza. Bisogna aiutarle a sopravvivere, a espandersi, cercando al contempo di superare la mancanza di consapevolezza su quello che Venezia è realmente. Una città cioè ineguagliabile, unica perché viva e abitata da gente comune. In questo consiste la grande modernità di Venezia».
Assieme ai fondatori i molti autori, specialisti in vari campi, dall’architettura alla filosofia, dalla storia all’economia, sono stati coinvolti nell’opera di divulgazione intelligente e con un occhio costante all’attualità. Argomenti come le grandi navi, il Mose (ben prima dello shock del processo), il turismo fugace e di massa che va adattato ai limiti della città e ripensato qualitativamente, scempi deliberati come il Fontego dei Tedeschi (diventato un centro del lusso, con un progetto che stravolge completamente l’identità di un palazzo storico). Libretti agili, densi, alla portata di tutte le tasche. E dai titoli geniali e accattivanti: A che ora chiude Venezia?, Il ponte di debole Costituzione, sul progetto dall’archistar Calatrava, Benettown, sulla «conquista» della città da parte della famiglia di imprenditori trevigiani. O come in Lezioni di piano, testo che racconta la nascita del piano paesaggistico voluto da Soru, considerato un esempio da seguire e la cui pubblicazione Marina Zanazzo ha seguito in prima persona, recandosi per un periodo in Sardegna, viaggiando in camper con i suoi cani, per realizzare interviste e ricerche. Alcuni di questi testi sono stati pubblicati anche in inglese e tedesco, per far sì che queste voci arrivino anche a turisti e viaggiatori meno distratti, che vogliano approfondire aspetti di Venezia poco trattati dalle guide tradizionali.
L’avventura della Corte del Fontego, ora che Marina non c’è più, è nelle mani dell’amica Lidia Fersuoch, che porterà avanti la casa editrice con l’aiuto degli amici che hanno sostenuto il progetto in questi anni. «L’ultimo regalo che mi ha fatto Marina è stato aiutarmi a finire un libro cui lavoravo da venticinque anni, una storia della laguna ricostruita attraverso l’uso di documenti processuali. Marina mi ha spinto a concluderlo e ho potuto così pubblicarlo» racconta la Fersuoch. «Ora siamo pronti a ripartire. E il primo titolo potrebbe essere dedicato alla vicenda di Poveglia, un’isola da tempo abbandonata rinata grazie al lavoro di un’associazione che ha deciso di rimetterla a disposizione di tutti. Marina si era appassionata a questa storia, ovviamente, e aveva deciso di farne un libro. Impegno che onorerò al più presto. Mancheranno il suo spirito battagliero e il suo estro, ma ci proveremo».
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