Una cabina di regia per gestire l’accoglienza dei migranti
Viminale-Anci Le incomprensioni tra sindaci e prefetti, con questi ultimi che inviano migranti in territori nei quali sono già presenti, non dovrebbero verificarsi più. O almeno questa è la speranza che […]
Viminale-Anci Le incomprensioni tra sindaci e prefetti, con questi ultimi che inviano migranti in territori nei quali sono già presenti, non dovrebbero verificarsi più. O almeno questa è la speranza che […]
Le incomprensioni tra sindaci e prefetti, con questi ultimi che inviano migranti in territori nei quali sono già presenti, non dovrebbero verificarsi più. O almeno questa è la speranza che sta alla base delle decisione presa ieri al Viminale dal ministro degli Interni Marco Minniti insieme al presidente dell’Anci Antonio Decaro di istituire una cabina di regia per gestire l’accoglienza di quanti sbarcano sulle coste italiane. La struttura sarà composta dai due sindaci e due rappresentanti del ministero e servirà a risolvere anche eventuali emergenze. Un risultato giudicato positivamente da Decaro, che è anche sindaco di Bari, per il quale in questo modo si riuscirà a coordinare meglio la distribuzione dei migranti sul territorio, evitando pericolose concentrazioni e riuscendo a coinvolgere anche quei municipi che finora si sono rifiutati di offrire collaborazione. «Se c’è un Comune che non ha migranti, le prefetture organizzeranno nel suo territorio un bando per aprire un Centro di accoglienza straordinaria (Cas) invece di utilizzare, come fanno oggi, una struttura già presente in un Comune vicino che così si ritrova sovraccarico», ha spiegato Decaro.
Il piano messo a punto dal Viminale con l’Anci fissa in 200 mila i posti necessari quest’anno per l’accoglienza, ma si stanno cercando soluzioni aggiuntive. La reperibilità di nuovi posti procede però a rilento per il rifiuto di molti Comuni a collaborare. Il sistema di accoglienza è diviso tra i Cas gestiti dalle prefetture, e gli Sprar (i Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) in mano ai sindaci. Degli oltre 8.000 municipi italiani, però, appena 3.143 ospitano migranti e di questi solo aderiscono al sistema Sprar, con 31.500 migranti: 350 centri in più rispetto a dicembre dello scorso anno. Segno che qualcosa si sta muovendo, ma anche che siamo ancora lontani da un’equa distribuzione sull’intero territorio, cosa che aiuterebbe a far scemare la tensione.
Per aiutare i Comuni a giugno il governo ha stanziato 150 milioni di euro per il 2018 da destinare alle amministrazioni impegnate nell’accoglienza. Un modo per incentivare altri Comuni ad aderire al sistema Sprar garantendo un contributo di 500 l’anno per ogni profugo accolto. «Al ministro Minniti ho però spiegato che la cosa più importante per noi è che il Viminale rispetti gli impegni presi sui numeri, vale a dire non più di 3 rifugiati ogni mille abitanti», ha aggiunto Decaro.
Ieri intanto l’Austria è tornata a minacciare la chiusura del Brennero se l’Italia dovesse rilasciare dei permessi temporanei ai migranti. La minaccia – la terza in appena tre giorni – è arrivata come al solito dal ministro degli Esteri Sebastian Kurz che ha chiesto di confinare i migranti sull’isola di Lampedusa.
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