Politica

«Una battaglia di civiltà»

«Una battaglia di civiltà»Davide Faraone

Diritti «Via la Bossi-Fini e voto agli immigrati. Ma anche unioni civili sul modello tedesco. Alfano? Dovrà adeguarsi»

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 3 gennaio 2014

Definitiva messa in soffitta della Bossi-Fini e nuove norme sull’immigrazione, che comprendano il superamento dei Centri di identificazione ed espulsione e l’abolizione del reato di clandestinità, ma anche diritto di voto alle elezioni amministrative per gli immigrati e una riforma della cittadinanza. E per quanto riguarda le unioni civili, l’idea è quella di adottare un modello simile al Lebenspartnershaft tedesco, che prevede completa eguaglianza di diritti tra coppie gay e eterosessuali. L’inizio dell’anno segna un’accelerazione del Pd di Matteo Renzi in tema di diritti civili. «Nella riunione di segreteria del 4 gennaio metteremo maggiormente a punto ogni tema, ma le nostre proposte ormai sono chiare» spiega Davide Faraone, 39 anni, renziano, responsabile welfare e immigrazione del partito. Che non manca di mandare anche un messaggio al presidente del consiglio: «Su questi temi si gioca il grado di civiltà di un Paese e questo governo ha senso solo se fa le cose».

Faraone cominciamo dall’immigrazione: via la Bossi-Fini?

E’ una legge irriformabile, nata da un’impostazione sbagliata. Meglio metterla da parte. Ci sono due punti che riteniamo particolarmente gravi: il primo è il reato di clandestinità, che va abrogato e basta. Il secondo riguarda invece i tempi di permanenza massima nei Cie: oggi arrivano fino a 18 mesi, mentre vanno drasticamente ridotti fino a un massimo di due. Ma proporremo norme nuove sull’immigrazione.

Di cosa si tratta?

Pensiamo a una revisione dei flussi di ingresso su base triennale. Inoltre vanno istituiti uffici di collocamento nelle ambasciate all’estero e va inserito il criterio di anzianità nelle graduatorie, insieme alla diversificazione delle categorie di lavoro. Naturalmente vanno previste delle agevolazioni per colf e badanti. Aprire uffici di collocamento nelle ambasciate è il modo migliore per ridurre l’immigrazione clandestina.

Proporrete di estendere il voto agli immigrati nelle elezioni amministrative?

Si. Chi ha un permesso di soggiorno da cinque anni deve avere la possibilità di votare e essere votato nelle elezioni amministrative. Per quanto riguarda i tempi stiamo mettendo a punto la proposta: pensiamo a cinque anni di soggiorno regolare, ma potrebbero essere anche sei.

Altre novità?

E’ tempo di reintrodurre lo sponsor per l’ingresso degli immigrati. Sponsor che può essere pubblico o privato, ma non escludiano anche a una forma di autosponsorizzazione da parte dello stesso immigrato se dimostra di avere le risorse economiche per mantenersi. Infine bisogna incentivare il rimpatrio volontario, che oggi viene scarsamente utilizzato. Ma ripeto: la cosa fondamentale è superare i Cie, che così come sono oggi possono solo essere abrogati. Devono servire a identificare le persone, invece sono prigioni a lunghissima permanenza.

Da tempo si discute anche di una possibile riforma della cittadinanza.

Non siamo contrari a uno ius soli puro, chi nasce in Italia è cittadino italiano, ma non abbiamo problemi a discutere anche di uno ius culturae. Su questo siamo pronti a ragionare con tutti. Ad esempio c’è una proposta di Scelta civica che prevede il riconoscimento della cittadinanza al termine di un ciclo di studi: ci sembra una buona mediazione sulla quale discutere.

Su una modifica della Bossi-Fini il vicepremier Alfano ha già posto paletti precisi, dicendo che non volerne neanche parlare.

Alfano può mettere tutti i paletti che vuole ma deve rendersi conto che c’è una coalizione di governo che è cambiata, con nuovi rapporti di forza che vanno rispettati. Comunque su questi temi cerchiamo un consenso più ampio possibile, che vada oltre la maggioranza di governo. Speriamo ad esempio che anche il M5S possa trovarsi d’accordo con le nostre proposte.

Parliamo di unioni civili: Renzi ha detto di non vedere male il modello tedesco, che prevede un riconoscimento di pari diritti tra coppie gay ed eterosessuali con la sola eccezione delle adozioni.

Sì, il modello tedesco è quello a cui stiamo pensando per le coppie gay. Ma anche in questo caso andiamo oltre: servono interventi in aiuto a tutte le famiglie attraverso agevolazioni fiscali, tagli alle tasse sulla casa e sull’immondizia, agevolazioni per chi ha figli e contributi figurativi per le casalinghe. Ma ripeto: entreremo più nel merito nella riunione di segreteria.

Sbaglio o c’è stata un’accelerazione nel proporre questi temi?

Sono problemi che abbiamo posto da tempo promettendo di affrontarli nel primo giorno utile dell’anno. E così abbiamo fatto. Ma è chiaro che ci sono ampi margini di discussione.

Prevede resistenze da parte del governo?

Il governo Letta e questa legislatura hanno un senso solo se si fanno delle cose. Spero che non ci saranno delle grosse resistenze. Quelli che proponiamo sono temi sui quali si misura il grado di civiltà di un Paese, che in Italia deve essere alto. Almeno finché ci siamo noi al governo.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento