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Domenica 5 primarie in Calabria. Speranza: «Battaglia da fare insieme»

Domenica 5 primarie in Calabria. Speranza: «Battaglia da fare insieme»Gianni Speranza

Calabria Domenica 5 ottobre le primarie per la presidenza della regione. Speranza, candidato di Sel: non mi rassegno alle liti a sinistra

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 4 ottobre 2014

Le «primarie più pazze del mondo» sono a un passo dal traguardo. Domenica 5 ottobre per la scelta del candidato del centrosinistra a presidente calabrese si fronteggiano Mario Oliverio (Pd), Gianluca Callipo (Pd) e Giannetto Speranza (Sel). A poche ore dal via il sindaco di Lamezia Terme si mostra soddisfatto per la campagna elettorale anche se preoccupato per il contesto politico regionale. Mercoledì a dargli man forte è arrivato Nichi Vendola in un paio di comizi a Crotone e Cosenza.

Sindaco Speranza, partiamo dal risultato delle provinciali di Vibo: vince l’«inciucio» tra Forza Italia, Pd renziano, pezzi di Ncd legati mani e piedi a Scopelliti e persino Fratelli D’Italia. La Calabria, modello di un “partito trasversale nazionale”?

Questo del trasversalismo e del trasformismo è un male antico della Calabria. Ha fatto danni gravissimi, colpito profondamente la credibilità della politica e delle istituzioni. Il risultato delle elezioni provinciali a Vibo, effettuate con il nuovo sistema elettorale, è andato oltre le peggiori previsioni. La politica, la differenza tra idee e proposte diverse, è sparita in un sol colpo. Al loro posto sono venuti avanti solo accordi di potere, ovviamente trasversali, con possibili ricadute addirittura sulle primarie tra le macerie di un centrosinistra e in particolare di un Pd diviso e lacerato. E nessuno ha fatto notare che non è stata eletta neanche una donna. Ora l’accurduni, come è stato definito, sembra essere figlio di nessuno. I due candidati del Pd alle primarie si accusano a vicenda di inciuci e di complotto con il nemico, però nessuno dei due vede le candidature impresentabili nelle liste dei propri sponsor locali, gli accordi trasversali con questo o con quel pezzo di notabilato della destra.

Il procuratore capo di Reggio, Cafiero de Raho ha dichiarato: «C’è un forte rischio di inquinamento tra ‘ndrangheta e politica». E riferendosi ai clan ha detto: «Parlano con tutti, ma proprio tutti…». Il boss di Vibo, Pantaleone Mancuso, da parte sua ha rivelato: «La ‘ndrangheta non esiste più. La ‘ndrangheta oggi fa parte della massoneria». Come si combatte in Calabria questo intreccio perverso tra ‘ndrine, politica e massoneria?

L’allarme di de Raho è fondato. Basta vedere le liste per le comunali di Reggio Calabria, in particolare quelle del centrodestra, per capire quanto sia grande e presente il pericolo. Proprio per questo ho detto chiaramente nei giorni scorsi che tutti i partiti e tutte le liste che si presenteranno alle elezioni regionali dovranno attenersi al codice etico approvato dalla commissione antimafia.

In un sondaggio commissionato dal Pd nazionale sugli scenari politici regionali è stato chiesto agli intervistati cose ne pensassero di un futuribile accordo tra Pd e Ncd. Come si concilia la sua candidatura con il trasversalismo del Pd?

Ai dirigenti nazionali del Pd, che in questi mesi hanno frequentato assiduamente la nostra regione, da Guerini a Serracchiani, ai dirigenti locali e ai candidati alle primarie vorrei semplicemente ricordare che in Calabria il Nuovo centro destra è il partito dell’ex governatore Scopelliti, costretto alle dimissioni perché condannato in primo grado e interdetto dai pubblici uffici, e del senatore Antonio Gentile, divenuto famoso per la tentata censura del quotidiano L’Ora della Calabria: cioè dei principali responsabili del malgoverno di questi ultimi cinque anni. Il Nuovo centro destra è il partito che ha tentato di rinviare la convocazione delle elezioni, continuando nella sfilza di nomine di nuovi dirigenti, senza alcun potere per farlo e in spregio a qualsiasi regola democratica. Il partito di Alfano è il principale responsabile del degrado morale, politico e civile raggiunto nella nostra regione. Solo avere pensato e ipotizzato, addirittura sondando il parere dei cittadini, una alleanza politica con il principale carnefice della nostra terra è un fatto gravissimo.

La lista Tsipras è implosa: tutti in ordine sparso. Cosa si sente di dire a chi non lo ha seguito nella scelta delle primarie?

Non mi rassegno a un’idea della sinistra sempre litigiosa, marginale e subalterna. Ho sostenuto con convinzione L’altra Europa con Tsipras alle ultime elezioni, ho dialogato e collaborato con tutte le realtà di sinistra in questi anni. Ho dato la mia disponibilità a fare un passo indietro rispetto alle primarie, a condizione di poter discutere senza pregiudiziali sul da farsi. Ma nessuno di loro si è fatto vivo. Il problema è che alcuni escludono a priori una possibile alleanza con il centrosinistra, senza neanche provarci. E senza tener conto della legge elettorale che prevede un’alta soglia di sbarramento per le coalizioni. Io dico loro: facciamo insieme questa battaglia, proviamo a vincere le primarie e lanciare la sfida del cambiamento. Poi insieme valuteremo come sarà andata. E quello che è più utile fare per la nostra regione.

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