Alias

Una band di ectoplasmi

Tube Attack NON HO CHE TE Italia, 2015, 4’, musica: Ligabue, regia: Cosimo Alemà, fonte: MTV Hits, bello L’odissea sempre più frequente e drammatica di un uomo (Patrizio La Bella) che perde […]

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 18 luglio 2015

NON HO CHE TE
Italia, 2015, 4’, musica: Ligabue, regia: Cosimo Alemà, fonte: MTV Hits, bello
L’odissea sempre più frequente e drammatica di un uomo (Patrizio La Bella) che perde il lavoro, scandita dai giorni della settimana che scorrono implacabili. Alternato alle sequenze narrative, che mettono in scena la depressione del protagonista, supportato però dall’affetto della compagna (Maria Pia Calzone, già apprezzata nei panni della moglie del boss nella serie tv Gomorra), il playback di Ligabue e dei musicisti che lo accompagnano. Le immagini seguono in diversi punti il testo della canzone, piuttosto puntuale nel raccontare una delle tante storie cui ormai siamo sempre più abituati ad assistere. Non ho che te è sicuramente tra i video più riusciti di Alemà, regista prolifico ma spesso deludente.
NIGHT CHANGES
UK, 2014, 4’01”, musica: One Direction, regia: Ben Winston, fonte: MTV, classico
In montaggio alternato ciascuno dei cinque One Direction corteggia una ragazza diversa (che non vedremo mai perché al suo posto c’è la soggettiva della macchina da presa) in una diversa location: un ristorante, un luna park, una pista da pattinaggio, un’automobile, un salotto con tanto di caminetto acceso. Ma gli epiloghi delle cinque romantiche situazioni non sarà lieto. Divertente (ma niente di più) questo Night Changes che, con la giusta dose di ironia, cerca di stemperare il glamour e lo stereotipato playback della boy band anglo-irlandese. Il nome del regista Winston compare, con un tocco alla Hitchcock, sul menu del ristorante all’inizio del video.
SOBER
Usa, 1993, 5’05”, musica: Tool, regia: Adam Jones, Fred Stuhr, fonte: Youtube. cult
La macchina da presa carrella all’interno di un set in miniatura: l’ambiente è un cupo tugurio dove vive un fantoccio dalle sembianze umane, che levita su una sedia e si aggira per questo squallido sotterraneo popolato da altre presenze e oggetti tra il meccanico e l’organico. Iconograficamente vicino ai miseriosi e polverosi microcosmi dei Quay Brothers, animatori sperimentali anglosassoni, il videoclip di Sober è il primo di una serie realizzata dallo stesso front man della band statunitense, Adam Jones, stavolta insieme a Fred Stuhr. Onirico e inquietante al punto giusto, come altri clip dei Tool, Sober non ci mostra mai la band se non sotto forma di ectoplasmi che si materializzano sotto forma di dissolvenze incrociate nella trama visiva.

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