Un viaggio attraverso il paesaggio e le suggestioni del sottosuolo
Vedere e immaginare intercettando la luce partendo dal buio, una sfida che è reale e simbolica per Alessandro Dandini de Sylva, curatore della mostra fotografica Nuove avventure sotterranee. Stefano Graziani, Rachele Maistrello, Domingo Milella, Luca Nostri, Giulia Parlato nello Spazio Extra del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo a Roma (fino al 25 settembre).
SI TRATTA DEL SECONDO CAPITOLO di un progetto articolato, iniziato nel 2021 con la mostra Di roccia, fuochi e avventure sotterranee con le opere dei fotografi Fabio Barile, Andrea Botto, Marina Caneve, Alessandro Imbriaco e Francesco Neri, invitati dall’impresa romana Ghella a dialogare con il proprio archivio fotografico storico e corrente. Un «investimento culturale» con la produzione della mostra e del progetto editoriale (Quodlibet) che è l’occasione per raccontare attraverso il linguaggio fotografico l’attività della storica azienda (è stata fondata nel 1874) di costruzioni e opere d’ingegneria/infrastrutture – specializzata in scavi in sotterraneo.
QUESTE «NUOVE AVVENTURE sotterranee», sono il risultato delle campagne fotografiche realizzate tra il 2022 e il 2023, commissionate ad altre cinque fotografe e fotografi italiani di diverse generazioni: Stefano Graziani (1971), Luca Nostri (1976), Domingo Milella (1981), Rachele Maistrello (1986) e Giulia Parlato (1993). Dal tunnel del Brennero a quello ferroviario Oslo-Ski, dalla costruzione della metropolitana di Atene nel tratto aeroporto internazionale-Pireo a quella di Hanoi, osservando anche le frese meccaniche che permettono la meccanizzazione degli scavi delle gallerie e il loro rivestimento, ci spostiamo ora in Argentina, Australia, Canada e Nuova Zelanda oltre che in Italia.
DELL’ARCHIVIO STORICO di Ghella, invece, il curatore si è focalizzato sull’«estetica inconsapevole» delle immagini dei cantieri attivi tra gli anni Sessanta e l’inizio del Duemila. «L’osservazione è il punto di partenza per una serie di riflessioni sui cliché della rappresentazione, sull’ambiguità del documento fotografico, sullo scavo come lettura di aspetti intangibili del paesaggio, sul simbolismo della caverna, sull’astrazione e molto altro», afferma Dandini de Sylva.
CARTA BIANCA PER CIASCUN autore e autrice: questa è la prima regola del progetto che ne rende le ricerche molto più interessanti, perché svincolate dalla necessità di un tipo di documentazione esplicitamente legata alle finalità della committenza.
GHELLA CONTA LA REALIZZAZIONE di oltre 190 tunnel che collegano, nei cinque continenti, oltre mille chilometri di metropolitane, ferrovie, autostrade e opere idrauliche in «un’ottica di sostenibilità ambientale». Nelle foto in mostra, tuttavia, non viene alla luce solo il mondo sotterraneo, che peraltro rientra da anni nella ricerca di Domingo Milella, esploratore del rapporto grotta/primitivo e vuoto/buio anche nel progetto sulle tratte della Ferrovia Alta Capacità/Alta Velocità Napoli-Bari nella Rete TEN-T (Trans-European Transport Network), vediamo perciò il cantiere di Broadway Subway Project – Millennium Line Extension a Vancouver nelle foto di Stefano Graziani, memore della lezione di Jeff Wall (Graziani è curatore di Jeff Wall: Gestus, Scritti sulla Fotografia e sull’Arte, 2013) o quello di depurazione delle acque reflue di sostenibilità ambientale a Buenos Aires a cui è dedicato Matanza Riachuelo di Luca Nostri. Enigmatiche e misteriose, in particolare, le immagini di Rachele Maistrello che si muove nello scenario notturno dell’inconscio mentre documenta la nuova linea ferroviaria di Brisbane, popolosa città dell’Australia.
LE FOTO DI GIULIA PARLATO, infine, raccontano il rapporto ancestrale con la terra nella zona di Auckland, Nuova Zelanda dove il materiale di scavo del Watercare Central Interceptor, nel settembre 2023, è stato trasportato sull’isola vulcanica di Puketutu Mangere (conosciuta come Te Motu a Hiaroa), luogo sacro per le popolazioni aborigene. Negli anni ’50 il territorio era stato violato con lo sbancamento della roccia basaltica e la rimozione dei coni vulcanici per favorire l’ampliamento dell’aeroporto di Auckland. Un gesto di riconciliazione, quello della creazione di questo nuovo Parco Regionale, riconoscimento dell’importanza dell’eredità culturale Maori.
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