Un viaggiatore illustre ma ormai invecchiato
NARRATIVA «Marco Polo», un libro di Gianluca Barbera pubblicato da Castelvecchi
NARRATIVA «Marco Polo», un libro di Gianluca Barbera pubblicato da Castelvecchi
Il romanzo Marco Polo di Gianluca Barbera (Castelvecchi, pp. 188, euro 17,50) è il sequel ideale di Magellano, che proprio in questi ultimi mesi, doppiamente tradotto in portoghese, sta avendo enormi fortune sia in Brasile sia in terra lusitana. In effetti Barbera, cinquantacinque anni, reggiano (ma senese d’adozione), che, grazie a questi due libri speculari, usciti a un meno di anno di distanza l’uno dall’altro, sta sperimentando e praticando il romanzo storico popolare nelle specifiche declinazioni del viaggio e dell’avventura: è un genere di cui l’Italia può andare fiera soprattutto pensando alle proprie origini, non solo I promessi sposi, I lombardi alle prime crociate, Le confessioni di un italiano, ma soprattutto per la vasta produzione di Emilio Salgari e molti autori e autrici contemporanee a cui anche Barbera guarda con interesse. Nella capacità di evocare, descrivere, intercettare mondi lontani, restando seduti a casa propria, rispetto a Salgari però, il lavoro svolto da Barbera è emotivamente distaccato, onde sedurre, in tempi di globalizzazione, con la sola arma della prosa letteraria: potrebbe quindi definirsi postmoderno e metalinguistico, nel senso che le vicende esposte, con taglio quasi epico e al contempo smitizzante, vengono solo lontanamente riprese dal Milione.
L’autore trasforma la materia conosciuta già di per sé immaginifica in autentica fiction, proprio grazie al gusto dell’affabulazione, facendo sì che le quasi duecento pagine del libro appaiano come una sfilza incalzante di eventi e curiosità, senza la minima tregua per il lettore quasi frastornato dal succedere repentino di racconti a loro volta sorprendenti, anche per dovizia di particolari storici e di informazioni verificate. Barbera immagina Marco Polo ormai invecchiato, sia pure famoso e richiesto nelle corti di mezza Europa, dove tutti, quasi in vena di umanesimo nascente vogliono sentire da lui il resoconto dei 24 anni di vita «altrove», nel passaggio tra Occidente e Oriente (e viceversa), quando, giovanissimo, insieme al padre e allo zio, parte da Venezia alla volta della Cina via terra, arrivando nel Kataj presso il Regno del Kubilaj Khan. Nel libro, Marco Polo è dipinto quale nuovo eroe moderno, in grado di smitizzare credenze e superstizioni (che lo insidiano a ogni angolo) con il ragionamento e la razionalità, benché la tentazione, una volta tornato in un occidente non certo migliore di talune civiltà asiatiche, di mescolare le carte, fino a inventarsi episodi o figure di sana pianta, sia grande, restando ancora oggi un mistero che nemmeno lo stesso Barbera vuole risolvere, abbandonandosi, come i propri lettori, al gusto della sorpresa.
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