Un tuffo nel passato con «Vampire survivors»
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Un tuffo nel passato con «Vampire survivors»

Games L'opera videoludica di Luca Galanti guarda agli anni '80 e '90

Pubblicato più di un anno faEdizione del 25 febbraio 2023

Ci sono giochi che arrivano inaspettatamente, giochi che non avresti neanche dedicato un minuto del tuo tempo, liquidati con un solo sguardo per la grafica troppo retrò. Sia benedetta quindi X-box che permette, grazie al suo Game pass, di provare, nell’ebrezza gratuita, un videogame che possiede bellezza e la qualità narrativa di un’opera tripla A

Vampire survivors, opera assolutamente perfetta di Luca Galanti, è quel tuffo nel passato verso gli anni 80/90, l’era del Segamastersystem, con le sue cartucce rosso fuoco, la grafica luccicante, le musiche da sala giochi e i giochi meravigliosi.

Come titoli leggendari della calibratura di Alex Kidd in Miracle World, di Aztec adventures, di Castle of Illusion Starring Mickey Mouse, questa magnificenza di vampiri e compagnia orrorifica riesce, nella stessa materia divina di pixel e nostalgia, a compiere un miracolo e trascinarti in un mondo videoludico dimenticato. È pura fantasia al potere.

Purtroppo l’effetto nostalgia genera i mostri più orribili, quelli che nascono dai tuoi desideri di appassionato, che ti scrutano attraverso l’abisso e ti fanno capire, alla FriedrichNietzsche, che anche tu sei invecchiato e che il passato è solo passato. Il mostro sei tu che non l’accetti.

Vampire survivors invece è un gioco moderno ma che ha il Dna del passato: all’apparenza, nella confezione, sfoggia l’aspetto di un clone di Castlevania, ma sublima il tutto con meccaniche innovative, a partire dall’arma, che spara autonomamente mentre le orde di mostri ti cercano, ti bramano, vogliono la tua carne e il tuo sangue.

Estremamente ritmato, spettacolare anche su una tv 4k con lo schermo gigante, è quel gioco che richiede davvero poco per diventare una mania, un “un’altra partita e poi smetto” mentre il sole cala e il giorno ti sorprende incredulo. Merito di un sistema di gioco a tempo, mezz’ora, che porta sullo schermo nemici sempre più vari e numerosi in un mondo vastissimo di giardini e statue, di castelli e  borghi che dimentichi essere in 2d ma che diventano il caleidoscopio di colori e suoni, di infami nemici che ti colpiscono alle spalle e la vita scende sempre più fino al game over.

Difficile e vario, scritto molto bene anche sotto la sua assoluta semplicità, Vampire survivors regala perle di italianità come i nomi di alcuni personaggi, Mannajja,PhieraDerTuphello, Laborra o GattiAmari. Anche se la mia preferita resta PoppeaPecorina che idealizzo nelle forme felliniane di AnnaFalchinello scult sublime S.P.Q.R di CarloVanzina.

Vampire survivors ha dalla sua, oltre alla vastità di armi che ci proteggono dagli assalti e dai nemici sempre più diversificati, anche le stupende musiche diDanieleZandara e FilippoVicarelli, piene di sintetizzatori come la scuola anni 80 pretende. Questo è il giusto sottofondo, se non si inforcano ovviamente le cuffie del walkman che mai hai abbandonato con le cassette degli Iron Maiden, degli Anthrax o dei Megadeth, per la perfetta serata, nostalgica e appagante.

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