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«A Milano un successo, ma la sinistra rimane senza un progetto»

«A Milano un successo, ma la sinistra rimane senza un progetto»

Intervista a Leoluca Orlando Il problema non è quante persone manifestano oggi, ma che cosa la sinistra è capace di proporre loro per fare in modo che partecipino anche domani

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 3 marzo 2019

«Anche se non ho partecipato condivido fino in fondo l’esigenza che i pozzi dell’accoglienza non vengano inquinati dalla politica di questo governo». Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ieri non ha potuto essere presente alla manifestazione di Milano contro il razzismo, trattenuto in città da un rimpasto di giunta che ha portato, tra l’altro, alla nomina di Adham Darawsha, 39 anni, palestinese da due anni cittadino italiano, a nuovo assessore alle Culture della città. «Palermo come è noto è una città razzista, e lo rivendichiamo perché per noi esiste una sola razza ed è quella umana», ironizza Orlando.

Più di 200 mila persone hanno sfilato a Milano contro il razzismo.
E’ la conferma che in questo paese c’è una maggioranza dei valori che non trova canali di partecipazione politica. Io sostengo che la maggioranza degli italiani è su posizioni progressiste, almeno in materia di diritti umani. Manifestazioni come quella di Milano sono un atto di speranza, ma anche una denuncia nei confronti di un’insufficienza delle forme di rappresentanza.

Ma questo è anche un Paese in cui nei sondaggi la Lega continua a crescere. Non vede una contraddizione?
E’ esattamente questo il tema. la manifestazione è un atto di accusa verso una politica che fa restare a casa quanti invece sarebbero alternativi alla Lega. Lei è convinto che i 200 mila che sono andati in piazza andranno poi tutti a votare? Ecco lo scarto tra la mobilitazione popolare e la rappresentanza politica, che è il motivo della crisi della politica in Italia. Sa perché io vivo la mia esperienza di sindaco con grande entusiasmo? Perché in una realtà come quella palermitana posso permettermi di dire che il mio partito si chiama Palermo, quindi il sindaco, la giunta e il consiglio comunale diventano il partito della città.

La manifestazione di Milano può essere un punto di ripartenza per la sinistra?
Io credo che la sinistra rinascerà quando non avrà più anni Zero. La logica dell’anno zero mi fa impazzire. La vera alternativa al populismo è il rispetto del tempo. Chi è populista? Chi pensa di poter risolvere tutto subito e senza contrasto. Se io nel 1985, quando ho cominciato a fare il sindaco, avessi detto che in sei mesi avremmo liberato Palermo dal governo della mafia, sarei stato un imbroglione. E allora posso permettermi di dire che enfatizzare la manifestazione di oggi (ieri, ndr) è populista?

Perché sarebbe populista?
Perché il tema non è quante persone manifestano oggi, ma cosa si è fatto ieri e cosa si farà domani. Paradossalmente se oggi fai una manifestazione con 200 mila persone, ma ieri non hai fatto niente e domani non cambia niente, hai fatto un’iniziativa populista.

Non sarà troppo duro con la sinistra?
Non è vero. Qualcuno diceva che i fatti sono argomenti testardi. Se non fosse andato nessuno a Milano, avrei detto che la colpa è degli italiani, ma se partecipano in tanti la colpa non è loro, ma di chi non gli dà un motivo per partecipare anche domani. Guardi che il mio è amore. E’ la severità di chi si agita perché vede sprecato un patrimonio di valori che è il proprio patrimonio.

Commentando la manifestazione la Lega ha detto: «Il Pd sta con i clandestini, noi stiamo con gli italiani». Cosa risponde?
Io rifiuto la definizione di clandestini, io sto con gli esseri umani. Se qualcuno mi chiede quanti immigranti ci sono a Palermo io rispondo nessuno, chi vive a Palermo è palermitano.

Cosa si aspetta dalle primarie del Pd?
Un flop di partecipazione.

Lei andrà a votare?
Sì e voterò scheda bianca. Vado perché voglio evitare che si dica che io sono responsabile del flop ma voto scheda bianca perché vorrei chiedere qual è l’elemento distintivo tra i tre candidati. Qual è? Tre mesi fa avevo proposto che il segretario si tirasse a sorte. Si fossero organizzate primarie di proposte su temi come l’economia, i migranti o il reddito di cittadinanza forse ci sarebbe una maggiore partecipazione. Intendiamoci, sto parlando di tre candidati che sono tre persone assolutamente rispettabili, non vorrei essere frainteso. Ma se avessero tirato a sorte uno dei tre come segretario del partito a me sarebbe andato benissimo, uno vale l’altro. Chi si emoziona più di fronte a queste cose?

Dopo aver disobbedito al decreto sicurezza, lei ha nominato un medico palestinese assessore alla cultura.
Non l’ho nominato assessore alla Cultura, ma alle Culture. Adham Darawsha è stato per quattro anni irregolare in Italia e per quattro anni non ha potuto fare gli esami universitari perché non aveva il permesso di soggiorno, quindi si laureato con quattro anni di ritardo. E’ un medico palestinese che nel frattempo è diventato anche cittadino italiano e oggi è un palermitano nato a Nazareth. E’ una persona capace, parla dall’ebraico all’arabo, dal tedesco all’inglese all’italiano ed è un professionista, una persona che sicuramente ha sensibilità rispetto ai temi delle culture. E’ stato il primo presidente della Consulta delle culture, che è un organismo che esiste credo solo a Palermo. E’ la persona giusta per affrontare questa sfida.

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