Un seggio in Vaticano per frà Saggio
La stravagante richiesta del presidente Cei Calabria al Viminale per il 23 novembre In piazza san Pietro staranno già prendendo le misure per collocare i tavoli, incanalare le file, disporre l’urna. Solo che non si tratta di una cerimonia eucaristica. Ma di un […]
La stravagante richiesta del presidente Cei Calabria al Viminale per il 23 novembre In piazza san Pietro staranno già prendendo le misure per collocare i tavoli, incanalare le file, disporre l’urna. Solo che non si tratta di una cerimonia eucaristica. Ma di un […]
In piazza san Pietro staranno già prendendo le misure per collocare i tavoli, incanalare le file, disporre l’urna. Solo che non si tratta di una cerimonia eucaristica. Ma di un seggio elettorale. Miracolo a Milano? O miracolo in Vaticano? Di sicuro «il frate dei miracoli», frà Saggio da Longobardi, un altro miracolo l’ha fatto: far chiedere (e,
Come negli ospedali per i degenti, nelle carceri per i detenuti ora, nell’Italia, «repubblica laica», hanno inventato il seggio per i fedeli. Il presidente della Cei calabrese, Domenico Nunnari, arcivescovo di Cosenza, ha ufficialmente chiesto al Viminale e al ministro Alfano che il 23 novembre per le elezioni regionali sia allestito un seggio in Vaticano nel giorno della canonizzazione del beato Nicola Saggio da Longobardi. Migliaia di fedeli calabresi non potranno recarsi ai seggi? Presto fatto: il presule chiede che sia un seggio a seguirli fino a Roma.
L’idea era partita dal leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, con una missiva al ministro degli Interni, e alla presidente facente funzioni, della Calabria, Antonella Stasi. Dall’arcivescovo è arrivato il necessario sostegno. Il seggio dovrebbe essere allestito dal comune di Roma, di concerto con la regione Calabria e il Viminale. Nunnari e Corbelli hanno convenuto sul fatto che è «grave e assolutamente ingiustificato negare di fatto alle migliaia di fedeli che il 23 novembre saranno presenti a Roma per la canonizzazione di Fra Nicola da Longobardi, il diritto al voto». Anche i frati minimi del convento di Paola hanno espresso il loro rammarico per la concomitanza tra le elezioni e la canonizzazione, per la quale da tempo è stato predisposto il pellegrinaggio che, come da prassi in occasione della proclamazione di nuovi santi, comprende una veglia di preghiera alla vigilia, la cerimonia solenne presieduta dal Papa una messa di ringraziamento il lunedì.
Frate Nicola da Longobardi deve la sua canonizzazione a un miracolo di 70 anni fa. Il «miracolato» è ancora vivente. È Giuseppe Laudadio, anch’egli originario di Longobardi dove è nato 93 anni fa. Grazie all’intercessione del compaesano, nel 1938 si sarebbe salvato mentre stava lavorando al restauro dell’ex chiesa conventuale di Longobardi. Laudadio era in cima all’impalcatura, posta all’esterno sul lato sinistro della chiesa, ad un’altezza di circa 12 metri da terra, su di un ponteggio, peraltro, privo di protezione. Su disposizione del capomastro si accingeva a scendere per preparare l’ultimo impasto di cemento. Ma, incautamente, si aggrappò con la mano ad una mascella che, cedendo, gli fece perdere l’equilibrio e lo fece cadere nel vuoto. Nel precipitare invocò all’istante l’aiuto del beato Nicola. Malgrado fosse andato a finire su cumulo di pietre taglienti, sabbia e cemento, Laudadio non perse conoscenza, ma si rialzò immediatamente. Non solo non ricorse alle cure dei sanitari, ma, come se nulla fosse, l’indomani si ripresentò regolarmente al lavoro.
Il miracolo fu classificato come caso di «scampato pericolo». Settant’anni dopo, il pericolo di un seggio in Vaticano per un elezione amministrativa italiana è tutt’altro che scampato. Amen.
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