Gaza, l’esercito israeliano ammette l’uccisione di un ragazzo disabile
Palestina Un portavoce dell'esercito israeliano ammette di aver abbandonato Muhammad Bhar, un ragazzo ventiquattrenne affetto da sindrome di down e da autismo, dopo che un cane dell'esercito lo aveva azzannato
Palestina Un portavoce dell'esercito israeliano ammette di aver abbandonato Muhammad Bhar, un ragazzo ventiquattrenne affetto da sindrome di down e da autismo, dopo che un cane dell'esercito lo aveva azzannato
Il corpo di Muhammad Bhar, un ragazzo ventiquattrenne affetto da sindrome di down e da autismo, è stato ritrovato a metà luglio sul pavimento della casa di famiglia a Shujaiya, un quartiere a est di Gaza City. Questo weekend l’esercito israeliano ha ammesso di averlo abbandonato sanguinante e ferito dopo che era stato attaccato da un cane dell’esercito.
È successo il 3 luglio, quando le truppe israeliane hanno fatto irruzione nell’abitazione della famiglia Bhar. La madre Nabila Bhar racconta alla Bbc di aver visto diverse dozzine di soldati farsi strada con un cane da combattimento che si è scagliato contro Muhammad, mordendogli il petto e la mano. Nonostante le suppliche della madre, che ha avvisato l’esercito della disabilità del figlio, in un primo tempo i soldati non sono intervenuti. Solo quando il ragazzo stava sanguinando per via delle numerose ferite inferte, il cane è stato allontanato, mentre Muhammad è stato portato in un’altra stanza.
«Lo hanno portato via, messo in una stanza separata e chiuso la porta a chiave» riferisce Nabila Bhar all’emittente inglese. Secondo Bhar, un dottore militare è entrato nella stanza dove Muhammad giaceva a terra. Trascorse diverse ore, alla famiglia è stato ordinato, sotto la minaccia dei fucili israeliani, di evacuare l’edificio e di lasciare il ragazzo ferito con i soldati. Due dei fratelli di Muhammad sono stati arrestati per aver contestato l’ordine, mentre il resto della famiglia è stata costretta a lasciare l’area – sotto assedio da una settimana – dirigendosi verso ovest.
I Bhar sono rimasti costantemente in contatto con la Croce Rossa, che ha tentato di negoziare con Israele il rilascio di Muhammad. A vuoto. Una settimana dopo, il ritiro delle truppe da Shujaiya ha permesso alla famiglia di precipitarsi a casa. Nella stanza dove era stato rinchiuso il ragazzo, è stato ritrovato il suo cadavere in via di decomposizione circondato da sangue rappreso e da vermi che avevano iniziato a mangiargli la faccia.
Suo fratello Jebril racconta a Middle East Eye di aver visto una fasciatura sul braccio sinistro, applicatagli dall’esercito probabilmente nel tentativo di fermare l’emorragia. «Considerato lo stato del corpo, era evidente che era morto da diversi giorni».
Dopo che l’esercito aveva inizialmente detto ai giornalisti di star verificando i rapporti rilasciati su Muhammad, un portavoce ha comunicato alla Bbc, +972 magazine e altri che un uomo corrispondente al profilo del ventiquattrenne era effettivamente stato lasciato solo dalle truppe. La motivazione sarebbe la necessità di soccorrere i soldati feriti da un attacco a un carrarmato israeliano da parte di un missile Rpg, che ha ucciso un soldato. «A questo punto la persona è rimasta, molto probabilmente, da sola nell’edificio».
Secondo la madre, Muhammad non sapeva mangiare, bere o cambiarsi da solo e si muoveva con difficoltà. La sua storia atroce assomiglia a quella di tante persone affette da disabilità che sono morte a Gaza negli ultimi nove mesi. Secondo un rapporto dell’organizzazione non governativa ACAPS, sono molteplici i rischi aggiuntivi a cui sono sottoposte le persone disabili a Gaza, fra cui l’impossibilità fisica di scappare, di accedere alle cosiddette designate ‘zone sicure’ e la separazione dai loro caregivers.
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