Un limite dello studio accademico della letteratura sta nella compartimentazione universitaria (a volte stagna) di qualcosa che nella realtà è un continuum. Si continua a discutere di romanzi e racconti come se gli scrittori non ascoltassero musica o non andassero a teatro; in tempi più recenti, vanno anche cinema, guardano la tv e praticano i videogiochi. D’altronde la letteratura sfocia in altre arti e altri media, e non da ieri; se si studiassero le vicissitudini del Faust si scoprirebbe che la transmedialità, come viene chiamato oggi il transito di storie e altri materiali dell’immaginario da un medium all’altro, ha una ben lunga storia. Ma questa visione conservatrice della letteratura come sistema auto-referenziale alligna solo in Italia e fortunatamente non dappertutto.

C’È TUTTO UN FERMENTO di studi su adattamenti, riscritture, trasformazioni intermediali tra Stati Uniti, Regno Unito e in generale nel mondo di lingua inglese. Ne offre una sintetica e ben documentata panoramica La letteratura oggi. Romanzo, editoria, transmedialità (Einaudi, pp. 332, euro 24), opera collettiva curata da Giuliana Benvenuti. L’ampia introduzione ci aiuta a orientarci tra Age of Acquisitions e Age of Amazon, tra self-publishing e narrativa born translated, e tutte le varie interazioni tra parola stampata, immagine, audio e quant’altro.

A seguire, il volume offre una serie di casi di studio che partono da opere letterarie di successo per seguirne tutte le metamorfosi in altri media, tra i quali spiccano il solido saggio di Valerio Massimo De Angelis su Stephen King e quello di Beniamino Della Gala sul Nome della rosa di Umberto Eco. Ma ci sono anche contributi su Rushdie, Saramago, Atwood e altri, in una prospettiva realmente globale – ulteriore pregio del volume.

UNICO LIMITE di questa serie di saggi, quella di partire sempre dalla letteratura, da racconti e romanzi, e non esplorare le dinamiche transmediali che prendono invece l’avvio dal cinema, dal fumetto, dalla televisione e vengono riadattate in forma letteraria (un caso interessantissimo i romanzi di Tullio Avoledo scaturiti dall’universo condiviso Metro 2033). Si resta nell’orizzonte di una centralità della parola stampata, nonostante l’introduzione di Benvenuti ci avverta giustamente che tale centralità è ormai cosa del passato.