Politica

Un «patto dell’arrosticino» per espugnare l’Abruzzo

Un «patto dell’arrosticino» per espugnare l’Abruzzo

Regionali Berlusconi e Meloni: «Il centrodestra vince unito». Ma il leader della Lega non si entusiasma

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 8 febbraio 2019

C’è chi già l’ha ribattezzato «Patto dell’arrosticino», pensando a una delle leccornie d’Abruzzo. Regione dove si torna alle urne il prossimo 10 febbraio e che fa da sfondo ad una apparente ritrovata sintonia all’interno del centrodestra. Mentre Lega e 5Stelle non smettono di darsele in ogni circostanza. Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini parlano insieme nell’aula consiliare del Comune di Pescara in vista dell’imminente voto, a sostegno del candidato Marco Marsilio, espressione di Fratelli d’Italia. L’ultima volta erano apparsi in pubblico insieme nella passata primavera, nelle consultazioni al Colle, prima della formazione del governo gialloverde, che viene quotidianamente e costantemente attaccato da Fdi e Forza Italia.

Separati a livello nazionale e, superati i battibecchi della scorsa estate, a braccetto in Abruzzo, così come in alcune altre regioni. Meloni è convinta della vittoria del centrodestra unito: «Gli abruzzesi – sostiene – diranno ancora una volta che questo sentimento è maggioritario nei cittadini. Una realtà che in 10 anni ha avuto il terremoto del 2009 e quelli del 2016 e 2017. Quando il centrodestra amministra ci sono risposte, quando non c’è, il popolo è all’abbandono. Fratelli d’Italia – fa poi presente – è l’unico partito della coalizione monogamo. E’ rimasto sempre in questo campo e sicuramente un governo guidato da Fdi dà garanzie sul fatto che non si faranno patti coi 5 Stelle o col Pd e sul fatto che si porterà a casa il governo per il quale si è stati votati. A livello nazionale il centrodestra non si potrà ripresentare in futuro così come lo abbiamo conosciuto in passato: stiamo lavorando per una sua ridefinizione. Per rifondarlo».

«Insieme – viene ricordato – abbiamo vinto in Molise, Veneto, Friuli Venezia Giulia». Le fa eco Berlusconi: «Il centrodestra è il depositario di tutti i valori della nostra civiltà, dei valori occidentali, della libertà, della democrazia, della solidarietà, della cristianità. E’ stato il recente passato, il presente e sono sicuro che sarà anche il futuro dell’Italia, dell’Ue».

Ma Salvini? Alla domanda-chiave se quest’unione sia replicabile a Palazzo Chigi, il ministro dell’Interno glissa e va giù con una battuta: «Ne parlerò con il ministro dell’Interno francese a Pescara. Ci ho messo l’anima in questa campagna elettorale – puntualizza – e ho perso anche due chili, ma conto di recuperali a forza di arrosticini, perché ho intenzione di tornare e ritornare… Il Pd – evidenzia – lo vedo assolutamente fuori gioco, i 5 Stelle non stanno governando nulla, mentre noi stiamo governando e bene, tante Regioni e tanti Comuni da vent’anni e, in alcuni casi, anche da trenta. Il treno del cambiamento non passa due volte. La Lega rappresenta il cambiamento, la buona amministrazione, la concretezza». Poi aggiunge: «Mi auguro che tanta gente voti, la sinistra ha piazzato il voto in pieno inverno sperando in neve, ghiaccio e sciagure. La partita dell’Abruzzo – continua – è molto concreta, molto identitaria, non è traslabile in altre realtà. Sono sicuro che da lunedì, alcune scelte di civiltà del centrodestra verranno applicate in Abruzzo, però non fatemi fare i patti degli arancini…». «La sinistra ha sgovernato l’Abruzzo per cinque anni che dobbiamo buttarci alle spalle», rintuzza Berlusconi.

Alle urne, in Abruzzo, andranno 1.211.204 elettori, di cui 591.635 di sesso maschile e 619.569 di sesso femminile, distribuiti sulle 1.633 sezioni istituite nei 305 comuni. Quattro i candidati presidente: Marsilio, appunto; Govanni Legnini, per il centrosinistra; la pentastellata Sara Marcozzi e Stefano Flajani di CasaPound.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento