Un nuovo focolaio scoppia a Ischia, infettata anche una bimba di 3 anni
Residenza sociosanitaria per anziani Villa Mercede di Serrara Fontana Il contagio è iniziato da una degente risultata negativa al test rapido
Residenza sociosanitaria per anziani Villa Mercede di Serrara Fontana Il contagio è iniziato da una degente risultata negativa al test rapido
Serrara Fontana è, tra i sei comuni dell’isola di Ischia, quello che si trova più in alto nonché il meno abitato. Villa Mercede era circondata dalla quiete fino a quando il Covid-19 non l’ha travolta: nella Rsa dell’Asl Napoli 2 nord, gestita da una cooperativa, attualmente ci sono 19 pazienti positivi al tampone, due deceduti e 8 operatori che hanno contratto il virus. Una delle inservienti, a sua volta, ha trasmesso la malattia alla figlia di tre anni.
Secondo le prime ricostruzioni, il contagio è iniziato con una degente di 76 anni: «Era stata portata all’ospedale di Pozzuoli (dove è scoppiato un focolaio ndr) per una visita, il kit rapido ematologico aveva dato esito negativo così era stata spostata in un altro ospedale di Napoli per un intervento – racconta Maria Grazia Di Scala, consigliera regionale di Fi e avvocato di Ischia -. Dopo l’operazione sarebbe risultata positiva ma, nonostante questo, è stata riportata a Ville Mercede, dove però si è rapidamente aggravata. Ricoverata all’ospedale Rizzoli di Ischia, è morta. Nello stesso Rizzoli le è stato fatto il tampone che è risultato positivo».
La piazza che ospita l’Rsa è stata chiusa al traffico. Il sindaco di Serrara Fontana, Rosario Caruso, ha spigato via social: «Non è possibile trasferire i pazienti in altra struttura o in ospedale in quanto il responsabile Covid e la dirigenza mi hanno riferito che i pazienti sono in condizioni buone, eventuali spostamenti andrebbero a incidere in senso negativo sul loro stato fisico. Basti pensare che l’età dei pazienti è compresa tra i 70 e i 100 anni». L’Azienda sanitaria ha reclutato infermieri e operatori da inviare a Villa Mercede, intanto si supplirà con il personale del Rizzoli. Il sindaco di Forio chiede le dimissioni del direttore generale dell’Asl Napoli 2 nord: «L’isola non può essere dichiarata zona rossa». Soprattutto con l’estate alle porte.
«Dopo i primi sei positivi – prosegue Di Scala – il sindaco e il direttore sanitario del Rizzoli sono andati sul posto: è stato deciso di adibire il piano superiore ai pazienti Covid, quello inferiore ai non Covid ma ci sono servizi in comune come lavanderia e mensa. Soprattutto, gli operatori sono in comune. C’è una promiscuità inquietante. Il personale da anni sopporta gravi ritardi nei pagamenti degli stipendi, l’operatrice che ha contagiato la figlia guadagna appena 400 euro al mese. Sono sotto organico e non hanno le competenze necessarie: in origine era una casa di riposo, poi l’Asl l’ha trasformata in Rsa riducendo i dipendenti e le ore di lavoro».
Poi c’è il problema dei tamponi: «Dall’11 marzo fino al 3 aprile – prosegue Di Scala – l’Asl Napoli 2 Nord ha deciso di affidare a un’azienda privata il servizio di trasferimento dei tamponi da Ischia, Procida e Pozzuoli al Cotugno di Napoli per una spesa di circa mille euro al giorno. Non sono mancati i casi di tamponi persi o finiti in altri non meglio precisati laboratori. Fatti sui quali l’Asl non ha mai dato spiegazioni, nonostante l’obbligo di tracciabilità e il dovere di consegna entro 6 ore dal prelievo. Non si capisce per quale ragione, pur disponendo di un proprio parco auto, l’Asl abbia deciso di esternalizzare il servizio».
Il consigliere regionale 5S Gennaro Saiello accusa: «La diffusione del contagio a Villa Mercede è la riprova di quanto sia disastrosa la scelta del governatore De Luca di estendere i test rapidi agli accessi negli ospedali e nelle Rsa. A Serrara Fontana si è ripetuta la stessa scandalosa vicenda dell’ospedale di Pozzuoli: operatori sanitari e pazienti sono stati contagiati da degenti negativi al test sierologico, per poi risultare positivi al tampone». E ancora: «È dimostrato che i test rapidi hanno una probabilità del 30% di produrre falsi esiti, una percentuale troppo alta per correre il rischio di far entrare un potenziale contagiato in un ospedale o in strutture per anziani».
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