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Un “nero sipario” per salvare il Sismi

Un “nero sipario” per salvare il SismiAbu Omar

Caso Abu Omar La Cassazione attacca la Corte costituzionale: «Dirompente» e «dilacerante» la decisione di cancellare le pesanti condanne a Nicolò Pollari e Marco Mancini

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 17 maggio 2014

Sul segreto di stato, il «nero sipario» fatto calare sugli atti illegali compiuti dal Sismi per aiutare gli uomini della Cia a rapire Abu Omar, riesplode il conflitto tra la Cassazione e la Corte Costituzionale. La Consulta – accusa la Suprema Corte – ha «abbattuto in radice» con la sentenza n.14 del 2014, l’ultima e definitiva ciambella di salvataggio lanciata ai servizi e a Palazzo Chigi, «ogni possibile controllo della magistratura sul potere di segretazione consegnandolo alla discrezionalità della politica». Solo per «neutrale lealtà istituzionale», la Cassazione ha preso atto della «dirompente» e «dilacerante» decisione della Consulta che ha cancellato le pesanti condanne inflitte nell’appello bis, il 12 febbraio 2013, agli ex vertici del Sismi, Nicolò Pollari e Marco Mancini. «Inaspettatamente» la Consulta ha tracciato «quell’ampio perimetro» di immunità.

Sul banco degli imputati ci sono i giudici costituzionali colpevoli di aver minato «alla radice la possibilità stessa di una verifica di legittimità, continenza e ragionevolezza dell’esercizio del potere di segretazione in capo alla competente autorità amministrativa, con compressione del dovere di accertamento dei reati da parte dell’autorità giudiziaria che inevitabilmente finisce per essere rimessa alla discrezionalità della politica». E tutto ciò, prosegue la Suprema Corte, «non può non indurre ampie e profonde riflessioni che vanno al di là del caso singolo» e attingono i «capisaldi dell’assetto democratico del Paese».

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